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Tanta Serie A coinvolta

©IMAGO
Non tutti i luoghi leggendari, quelli in cui si riesce a trovare la famosa X sulla mappa, restituiscono un’esperienza appagante. Dopo un’estate infuocata, ad esempio, il mito della Saudi Pro League come nuovo Eldorado sembra essersi già sgonfiato. Tanto chiara la disponibilità economica dei fondi arabi, tanto lontano, storicamente e strutturalmente, il calcio locale per colmare la distanza da quello europeo. Se n’è accorto anche Neymar, coperto d’oro dall’Al-Hilal, ma già disinnamorato dall’idea di essere un pioniere del football.
Complice un grave infortunio che gli ha rovinato sul nascere l’avventura, il brasiliano ha rescisso il contratto, decidendo di tornare al Santos. Cosa resta del suo passaggio nel campionato reso interessante da CR7 & Co.? Una rete, tre assist e soltanto 7 partite, ognuna delle quali costata 12,8 milioni di euro. Ciò ne fa di O Ney il più caro a partita, calcolando la differenza fra costo d’acquisto e il numero di incontri disputati. Ovviamente togliendo dal primo l’eventuale incasso da cessione.

Un titolo virtuale che fino a questa finestra di mercato spettava di diritto ad un calciatore italiano: Mattia Caldara. Il difensore entrò a far parte del Milan nell’estate del 2018, dietro un pagamento di 37,7 milioni di euro. Di lui si ricordano tre uscite in maglia rossonera e tutti gli elementi che qualificano un affare come flop. Fra questi anche un crollo del valore di mercato, passato in 3 anni da 25 a 5 milioni di euro. Oggi, a 30 anni compiuti, presidia l’area del Modena con una quotazione inferiore al milione.
Più costosi per gara: due italiani in top5
Quella del milione è anche la soglia sotto la quale si piazza Zlatan Ibrahimović nell’anno che lo portò dalla Milano nerazzurra in Catalogna. La scelta del Barcellona non pagò ma quanto meno i costi (0,99 Mio. € per apparizione), in base alla disponibilità dello svedese, furono quantomeno contenuti. Non come tante operazioni di mercato in cui la Serie A è stata coinvolta.
Si va da Fabián Carini all’Inter (1,1 Mio. € a gara) al Marko Pjaca juventino (1,4 Mio. €), passando per Romelu Lukaku di ritorno al Chelsea (1,88 Mio. €) a Miralem Pjanić in blaugrana (2 Mio. €). Manca nelle prime posizioni Arthur, con cui il bosniaco fu scambiato solo perché ancora a libro paga della Juventus. Ma qui il conto è facile: dovesse andar via a zero e sottraendo quanto ottenuto dai prestiti al Liverpool e alla Fiorentina, il centrocampista peserà 5,7 Mio. €. Tanto ma fuori dall’attuale top5 storica, chiusa da un altro azzurro (Jonathan Bachini).
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