Dal 2000
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©IMAGO
I play-off di Champions League sono state le forche caudine della Serie A. A turno Milan, Atalanta e Juve hanno dato addio al torneo in varie modalità e scarse attenuanti anche se, almeno per rossoneri e orobici, il dischetto del rigore ha avuto un po’ la funzione di un giogo. Fra una massima sanzione discussa, una cercata con furbizia o un’altra non capitalizzata, l’infrasettimanale di coppa ha avuto una coda mortificante. Ma davvero un insuccesso può essere imputato ad un episodio così specifico e non ordinario? Ovviamente no. I numeri stessi, come vedremo di seguito, rendono meno semplicistico il discorso. Partiamo da un dato evidente: il PSV ha superato il turno entro i 120′ e con tre ex-Serie A in campo, uno dei quali, Ivan Perisic, ha pure una delle peggiori capacità di conversione dagli 11 metri nel XXI secolo, fra club e Nazionale.
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Inferiore a quella del tanto criticato (da Gasperini) Ademola Lookman, con il nigeriano (4 gol su 6 tiri) sopra anche a Santiago Gimenez, Lautaro Martínez e due vecchie conoscenze del nostro calcio tanto apprezzate per la loro qualità balistica: Alexis Sánchez e Paul Pogba.
Peggiori rigoristi nel XXI secolo
Insomma, questione di percezione. Un caso al contrario: Hakan Çalhanoğlu. Il turco è considerato fra i migliori rigoristi contemporanei eppure con un 85.4% di gol è leggermente avanti a Dušan Vlahović (85.2%), spesso inviso ai suoi stessi tifosi, al pari con Arturo Vidal e dietro a una meteora della Serie A come Lucas Ocampos (88,2%). Senza dimenticare che Christian Pulisic, la cui precisione è già stata sfruttata dal Milan in stagione, è infallibile: 10 tiri e altrettante marcature.
I migliori rigoristi nel XXI secolo transitati in Serie A
Avere una chance dal penalty conta ma, come suggeriva un canzone di De Gregori, “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Nemmeno in Serie A, un campionato con celebri interpreti della specialità ma anche sfortunati cronici.
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Alla prima lista, fra chi ha saggiato le pressioni di un intero stadio italiano, appartengono senz’altro Cristiano Ronaldo, 150 gol su 180 rigori avuti a disposizione in carriera, Paulo Dybala, che ha destinato in rete gli ultimi 17 calciati, e un insospettabile come Fabio Borini, con una sola macchia sul curriculum (contro le 23 reti).
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Italiano, però, pure il peggiore fra chi è transitato dal nostro massimo campionato, sempre dal 1 gennaio 2000 e con almeno 10 “faccia a faccia”. Si tratta di Marco Ferrante, ipnotizzato dal portiere rivale 6 volte su 11. L’ex-Torino, implacabile negli anni ’90, ha peggiorato la propria mira negli anni, finendo dietro a giganti del calcio quali Edin Dzeko e soprattutto Roberto Baggio. Basterebbe solo il suo nome per evitare di puntare il dito verso qualcuno, proprio con un arbitro fa verso un cerchio bianco nel mezzo di una delle due aree di campo.