Mercato invernale Inter: top & flop

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Calciomercato nerazzurro 

Mercato invernale Inter: top & flop

©TM/IMAGO

“E pur si muove”, proclamava Galileo Galilei ma l’esclamazione alla base della sua teoria sull’eliocentrismo mal si sposa con il calciomercato invernale italiano, almeno quando il tema si accosta all’Inter di Simone Inzaghi.

Il colpo patito nell’ultimo derby di Supercoppa italiana e gli infortuni annessi e pregressi hanno aperto nuovamente il dibattito sulla (presunta) profondità di rosa costruita dai Nerazzurri. Una toppa farebbe comodo ma il piano di Marotta e Oaktree pare studiato per una rivoluzione a fine stagione. Si possono leggere in quest’ottica e in quella di una futura creazione della squadra B i nomi circolati nei giorni successivi al capitombolo di Riyadh.

I colpi dei mercati invernali

Nulla a che vedere con le mosse del passo, alcune delle quali hanno portato alle basi del team che conquistò il Triplete sotto la gestione Mourinho: Julio Cesar, Stankovic, PandevMariga sono figli di intuizione da anno nuovo. E anche il percorso che ha portato la Beneamata agli allori degli ultimi anni nasce dalla spinta di Conte, capace di ottenere a gennaio l’acquisto di riparazione più costoso della storia del club: Christian Eriksen, se si eccettua Robin Gosens, preso a gennaio ma riscattato in estate.

Il danese fu pagato 27 milioni di euro a pochi mesi dalla scadenza con il Tottenham, scavalcando Clarence Seedorf, forse l’emblema dell’Inter del passato più alacre ma meno brava a raccogliere il meglio dagli investimenti fatti. Capitò anche con Kovacic, arrivato giovane in un momento storico frenetico ed esasperato dalla ricerca di un risultato immediato.

Top

I flop delle sessioni di gennaio

Quello non raggiunto con Guarín e la banter era dei Kuzmanovic, dei Maniche e dei Ruben Botta. Anni in cui si viveva di speranze e di prestiti. Una l’affossò Hernanes con 18 milioni di euro destinati alla Lazio, prima di incassarne 13 dalla Juve un anno e mezzo dopo.

Un’altra si legò a Gabriel Omar Batistuta, a cui tutti chiedevano i gol che le idee di Héctor Cúper non riuscivano a produrre. Milano però non seppe accoglierlo come Firenze e Roma, complici due caviglie ridotte a brandelli. Chiuse l’esperienza con 2 esultanze in 12 gare. Poche come quelle di Arnautovic e Correa, la coppia che i tifosi dell’Inter sostituirebbero volentieri, forse perfino con un Pacheco d’annata.

Flop



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