Intervista Kinkoué: Inter, Le Havre, futuro

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In cerca di rilancio 

Intervista Kinkoué: Inter, Le Havre, futuro

©IMAGO

Il Le Havre non naviga in buone acque ma il momento che sta vivendo Étienne Youté Kinkoué, da gennaio 2023 con Les Ciel et Marine, è decisamente positivo. Sulle rive della Senna il difensore ha ritrovato spazio e stabilità, guadagnandosi anche il suo valore di mercato più alto in carriera (7 Mio. €, più nell’aggiornamento autunnale della Ligue 1). Una carriera che ad un certo punto ha imbeccato una curva lenta ma scritta di proprio pugno dopo aver deciso di lasciare l’Inter, con cui aveva affrontato gli anni della Primavera.

“Quando parlai con i dirigenti dell’Inter (nel 2019, ndt), trovai la loro proposta interessante. Il Troyes, il mio club di allora, mi aveva offerto un contratto da tirocinante (accordo intermedio fra giovanili e pro, durata massimo biennale) ma credevo di valere di più. Ne ho discusso in famiglia perché mi aspettavo di più. Poi i dialoghi con lo staff dei Nerazzurri mi hanno definitivamente convinto. Mi affascinava l’idea di acquisire nuove conoscenze in un Paese differente, con una propria cultura…Insomma, volevo ampliare il mio bagaglio”.

Kinkoué: arrivo e addio all’Inter

Due anni con l’U19 dell’Inter, una corsa scudetto interrotta sul più bello (semifinale 2020/21 persa in rimonta e ai supplementari, punito dall’allora empolese Kristjan Asllani), una rete al Barcellona in Youth League e poi lo snodo al quale arrivano tutti i giovani di belle speranze: decidere da quale porta entrare nel professionismo.

“Dopo il primo anno all’estero avevo bisogno di migliorare alcuni aspetti del mio gioco, sapevo di non essere ancora da prima squadra. Al secondo sì, sentivo di essere pronto. A quel punto penso che l’Inter volesse mandarmi in prestito e in un secondo momento farmi rientrare alla base. In testa, però, avevo solo due opzioni: entrare nelle rotazioni del gruppo base del club o andare via”.

Scelse la seconda, firmando con l’Olympiacos. In Grecia la stessa situazione: titolare con la squadra B, i pro ancora lontani. Seguì un nuovo passo indietro ma sempre ragionato: il Le Havre, in Ligue 2. Il resto è storia, con un capionato vinto a mani basse e il salto di categoria in estate.

“Qui ci si sente a casa, c’è tranquillità, c’è feeling. Tutti sono coinvolti e lavorano con impegno. […] Ho modo di fare molto lavoro individuale, correggere i miei difetti, guardando video, esercitandomi sul campo. […] Un difensore centrale di alto livello deve essere sereno, abile in costruzione, reattivo nei duelli fisici. Un leader. Oggi sono più coinvolti nel gioco: costruiscono, salgono a centrocampo… La prossima tappa sarà quella di essere ancor più decisivi in zona gol”. Qualcosa che succede nell’Inter di Inzaghi.

La seguo ancora. È un club che ammiro tantissimo.

Ammette candidamente il 22enne, senza rimpianti o pensieri negativi. È la vita del calciatore, fatta di mille strade, alcune delle quali non programmabili. Si ragiona sempre per tappe e quella di Kinkoué, dopo esser stato vicino alla Bundesliga (Hoffenheim) e alla Premier League (Nottingham Forest e West Ham), ora si chiama Ligue 1. Un campionato impegnativo e ricco di talento. “Il Monaco è un avversario tosto, sono completi e hanno giocatori interscambiabili. Come singoli mi impressiona Rayan Cherki. Ha tutto: tecnica, resistenza, segna, assiste”. E chissà che un giorno se lo ritrovi di nuovo sul cammino, magari contro in Nazionale viste le lusinghe della FIGC al calciatore del Lione. In fondo dopo aver sfidato tanti degli ex-compagni interisti (Gnonto, Casadei, Zanotti, Fabbian, Pirola e Bonfanti) con l’U21 francese, che sarà mai incontrare un avversario così forte da stoppare?



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