Il fascino del brizzolato condiziona il nostro futuro… –

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L’Italia è pallonara. Non c’è altro Paese, a mio modesto parere, che mastica calcio, in maniera continuativa, come il nostro. Siamo tutti mega esperti e, soprattutto, siamo allenatori nel cuore. Sappiamo giudicare chiunque dopo un solo sguardo e, purtroppo, diamo giudizi “senza appello” anche quando non sono richiesti. Insomma, giocare in Italia, con tifosi così passionali ed esigenti, non è facile per nessuno. Forse sarà per questo che i giovani, quelli buoni, finiscono spesso per indossare magliette di club esteri. In realtà, ci sono altri motivi, in particolare la nostra autentica passione per i brizzolati. La nostra cultura calcistica ci fa apprezzare molto i “vecchi leoni”, quelli che sfidano le leggi della vita (calcistica). Preferiamo farci ammaliare dal 39enne Modric piuttosto che dare fiducia al classe 2005 Huijsen. Ci piace l’idea del cavallo di ritorno. Immobile, Dzeko, Bernardeschi, Insigne… La lista è lunghissima. Da noi, tutti hanno una seconda chance, soprattutto se sono ultratrentenni. Probabilmente, se ci fossero le condizioni economiche, ci sarebbe anche chi investirebbe su Messi e Cristiano Ronaldo…
Perché siamo così propensi al campione attempato? La risposta non è semplice, anzi, forse non c’è una vera risposta. Ci sono campionati, penso alla Bundesliga, dove i club fanno a cazzotti per mettere in campo più giovani possibili.

Da noi, invece, il campione dal passato glorioso ha sempre una chance in più di giocare rispetto ad un giovane di belle speranze. Si dice che sia una questione anche di esperienza e di una volontà, quasi materna, di non “bruciare” i giovani. Assioma che non regge, almeno calcisticamente parlando. I giovani vengono bruciati se non giocano, non se vengono fatti giocare. Penso a Camarda. Classe 2008, attaccante, almeno sulla carta, dalle grandi potenzialità. Lo scorso anno, in un Milan disastrato, è rimasto (quasi) sempre a guardare gli altri, anche giocatori come Joao Felix o Abraham, attaccanti che ogni singolo tifoso rossonero sapeva che non avrebbero fatto parte del nuovo progetto. Perché? Non sarebbe stato più utile dare spazio a Camarda, permettendogli di giocare (e sbagliare). Invece, ecco che Camarda dovrà dimostrare il suo valore con la casacca del Lecce…
Lungi da me asserire che il campione che flirta con i 40 anni non sia utile. Ci sono giocatori che hanno una qualità tecnica in grado di rendergli preziosi anche ad un’età non verdissima. Tuttavia, se davvero ci interessa il bene della Nazionale e, contestualmente, il futuro del nostro calcio, non sarebbe male dare qualche occasione importante ai giovani più meritevoli. Chi dice che non ci sono si sbaglia di grosso. Ci sono, il problema è che noi facciamo finta di non vederli…

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