In Champions League

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Di Lamine Yamal si conoscono ormai ogni singolo dettaglio, destinato fin dal suo esordio nel professionismo ad essere un calciatore hors categorie. Le coppe europee, però, non sono sempre territorio esclusivo per i campioncini già formati e determinanti ma possono porsi a mo’ di tappeto rosso per qualche primo scatto fotografico. In quest’ottica l’Italia non è stata prodiga, sebbene abbia schierato il più giovane della Champions 2024/25, Francesco Camarda. In totale gli U19 azzurri visti in azione in questa stagione europea sono due: il mini-bomber rossonero e Giacomo De Pieri (Inter). E altrove c’è stato uno slancio di fiducia più evidente? Scopriamo 10 baby interessanti visti nel torneo in questa edizione.
Geovany Quenda (2007) – Sporting
Nonostante sia ancora minorenne, l’esterno portoghese ha già un signor valore di mercato sulle spalle e una lunga lista di elogi ed estimatori. Lo Sporting si augura di covare un altro pulcino dorato come CR7, di cui Quenda ha battuto il record di più giovane del club nel derby di Lisbona. Lui che ha anche giocato fino a 12 anni per l’altro club cittadino, il Benfica. Insomma, uno che va veloce, pronto a puntare con il suo sinistro deciso, settato sui giusti tempi di gioco ma ancora poco indirizzato verso la via della rete (2 centri in 42 partite in stagione).
Ayyoub Bouaddi (2007) – Lille
In Patria sono in molti a considerarlo il perno del Nazionale transalpina che verrà, mostrando qualità già nette per farsi strada in Ligue 1, lanciato da Paulo Fonseca. Chiama palla, la gestisce con intelligenza e scaltrezza, alternando le soluzioni di trasmissione e i tempi di gioco. Pur non avendo uno sviluppo muscolare completo, sa lavorare sul recupero della posizione e con gli arti per riconquistare il possesso. Professa calma anche in Champions, dove ha giocato titolare negli ottavi contro il Dortmund e firmato un assist.
Myles Lewis-Skelly (2006) – Arsenal
Arteta lo ha promosso in pianta stabile a partire dallo scorso dicembre e il mancino non ha perso tempo e occasioni, partendo più volte laterale di difesa. Leve lunghe per arpionare palla e spingerla in avanti, gestendo spazi, fisicità e pressione come un veterano. Non ha paura di muoversi nel traffico, senza correre rischi ma per generare superiorità e far correre la palla con pulizia di passaggio. I Gunners hanno in casa il terzino del futuro.
Julien Duranville (2006) – Borussia Dortmund
Due anni fa i gialloneri hanno scommesso ad occhi chiusi su di lui e il belga è solo all’inizio di un cammino che prevede luci brillanti e percorsi diretti verso la fama internazionale. In campo, l’ex-Anderlecht preferisce traiettorie meno scontate, capace di avviare dribbling secchi con movenze eleganti che ricordano il Sancho visto proprio al Dortmund. Lo spirito d’adattamento e di sacrificio gli consentono di dare anche copertura e soluzioni tattiche al proprio allenatore, in vista di una maturazione completa, specie nella selezione della giocata migliore.
Senny Mayulu (2006) – PSG
Il PSG è la compagine più giovane agli ottavi di Champions League 24/25 e anche la precocità di questo centrocampista francese con origini congolesi ha contribuito a tenere bassa l’età media dei parigini, con cui il ragazzo gioca da ormai 7 anni. Il 2025 però sembra essere quello perfetto per esplodere, complice il suo primo gol europeo, dopo esser stato chiamato più volte in causa in Ligue 1 e in Coupe de France. Nel cuore del centrocampo mette giusto la bandierina di partenza, poi si muove libero, sempre alla ricerca dello spazio da occupare, del passaggio da ricevere e da offrire, alzandosi sulla trequarti con giochi di gambe, cambi di velocità e sfrontatezza.
Andrija Maksimovic (2007) – Stella Rossa
Due volte di scena a San Siro e altrettanti sfoggi di potenzialità. Attacca con coraggio, spostando palla con disinvoltura e grande coordinazione, senza mai perdere la bussola quando la squadra va in affanno e si richiedono lunghe corse all’indietro e palleggi più veloci. Merito di una spiccata percezione di ciò che lo circonda e della voglia di essere protagonista, senza paura di sbagliare. Con quel sinistro che si ritrova, va detto, è anche difficile cadere in errore.
Malick Yalcouyé (2005) – Sturm Graz
Come scrivemmo su queste pagine in occasione di un focus a lui dedicato, “possiede proprietà per poter svolgere tutti i compiti richiesti in mediana e nell’ultimo terzo di campo. Tre su tutte: la tenacia nell’andare a recuperare palla e duellare nonostante un fisico per nulla da corazziere, l’intensità e la lestezza nel selezionare la giocata migliore in base alla zona d’azione, al tipo di situazione e di avversario”. Allo Sturm ha trovato la titolarità come box-to-box di destra, ruolo in cui ha aumentato anche il suo numero di gol (3) e di assist (3).

Malick Yalcouyé in azione con lo Sturm Graz
Francis Onyeka (2007) – Bayer Leverkusen
Quindici minuti nella fase a gironi sono stati sufficienti a ribardire il perché le Aspirine credano tanto in questo trequartista al punto da doversi già difendere dagli attacchi delle big, italiane incluse. Andatura che ricorda il primo Pogba, pur senza averne la stessa padronanza di palleggio ma giocando più sull’ampiezza, anche sull’errore dell’avversario e in accelerazione (motivo per il quale può giocare anche ala). Con i pari età trova facilmente la via della rete (2 in 180′ di Youth League), per fare il salto necessità di avere maggiore controllo, peccando ora di deconcentrazione, valutazione del rischio e leggero individualismo.
Givairo Read (2006) – Feyenoord
Chiamato in caso dall’ecatombe di terzini (e di giocatori in generale) che ha colpito il club di Rotterdam, l’olandese non ha tremato di fronte ad un rivale quotato ed esperto come il Milan. Ha fronteggiato Leão con abnegazione, accettando il duello frontale mettendo in conto qualche sofferenza.
Superato l’emozione dell’esordio e di uno stadio come S. Siro, ha percorso la destra per lungo, duettando con il compagno di corsia. Sa spingere, con e senza palla, ma soprattutto farsi trovare pronto in difesa (17 tackles vincenti su 24 portati nel doppio confronto ai play-off). Lo rivedremo, dopo la squalifica, contro l’altra milanese nel ritorno degli ottavi.
Andrés Cuenca (2007) – Barcellona
La Masia non offre solo Yamal e Fort. Se Cubarsí domina già la scena e la difesa, i blaugrana potrebbe già trovarsi la coppia di centrali futura con il coetaneo Cuenca. Al collega cede qualche chilogrammo ma lo stile di gioco è puro Barça: calcio sicuro e di qualità per alzare la linea e contribuire nei passaggi progressivi, occupazione degli spazi, con trazione a sinistra, QI per leggere il gioco e impostarlo, compostezza. Se acquisisce maggiore agonismo, velocità e impara ad appoggiarsi sul piede meno nobile, la sua storia è già scritta. I pochi minuti (6) concessogli da Flick contro lo Young Boys valgono ancora come premio alla sua dedizione più che come “accoglienza” in prima squadra.