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Trump, il piano sull’AI è un assist alle big tech e un passo indietro sulla regolamentazione

Trump, il piano sull'AI è un assist alle big tech e un passo indietro sulla regolamentazione

Il nuovo piano d’azione per l’AI inoltre porta avanti la crociata del governo americano contro l’intelligenza artificiale “woke”, raccomandando di aggiornare le linee guida federali per gli appalti nel settore, in modo che i contratti possano essere assegnati solo alle aziende che “garantiscono che i loro sistemi sono obiettivi e liberi da pregiudizi ideologici”.

All’inizio del mese, Wired US ha riportato che una disposizione nota come moratoria sull’AI è stata eliminata all’ultimo minuto dal famigerato Big beautiful bill di Trump in seguito alle molte critiche. La clausola serviva a frenare per diversi anni la regolamentazione del settore a livello statale ed era stata sostenuta da Sacks. Pur non raccomandando esplicitamente di ripristinare la moratoria, il nuovo piano di Trump cerca limitare i tentativi di controllare i principali attori nel campo, consigliando di trattenere i finanziamenti agli stati che impongono normative “onerose”.

Trump si è anche mosso per incentivare lo sviluppo delle capacità AI statunitensi a livello nazionale e all’estero. Un giorno dopo il suo insediamento, il presidente ha annunciato la creazione di una joint venture tra Softbank, Oracle e OpenAI chiamata Stargate, che promette di costruire data center nel paese per almeno 100 miliardi di dollari. E a maggio Trump e un gruppo di leader tecnologici hanno partecipato a una missione in Medio Oriente, durante la quale sono stati annunciati accordi per la costruzione di infrastrutture AI in tutta la regione.

La volontà del presidente americano di promuovere gli interessi statunitensi in materia di AI sta anche ridisegnando la politica estera della sua amministrazione. Durante il suo primo mandato, Trump aveva imposto vincoli alle esportazioni verso Huawei e altre aziende cinesi, con l’obiettivo di rallentare la loro capacità di sviluppare AI. La scorsa settimana, il governo degli Stati Uniti ha revocato le restrizioni sulle vendite di alcuni chip avanzati di Nvidia e Amd alla Cina, apparentemente concentrandosi sul sostegno alle aziende statunitensi nella competizione a livello globale.

Diverse organizzazioni tecnologiche, enti per la tutela dei consumatori e gruppi della società civile hanno già espresso le loro preoccupazioni sul piano d’azione. In una dichiarazione a Wired, Sarah Myers West e Amba Kak, co-direttrici esecutive dell’AI Now Institute, hanno descritto il programma come “scritto dalle big tech che vogliono far progredire un’AI che non va a nostro vantaggio, ma ci viene imposta dall’alto“.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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