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OpenAI e Amd, l’accordo è la dimostrazione che Sam Altman non ha paura della bolla dell’AI

OpenAI e Amd, l'accordo è la dimostrazione che Sam Altman non ha paura della bolla dell'AI

Nell’ambito della partnership, OpenAI avrà inoltre il diritto di acquisire fino a 160 milioni di azioni ordinarie di Amd, corrispondenti appunto a una quota del 10% circa.

La nostra opinione è che non siamo neanche lontanamente vicini al picco della curva della domanda, considerando che ogni grande impresa, fornitore di cloud e iniziativa sovrana sta scalando le infrastrutture AI – ha affermato Forrest Norrod, vicepresidente esecutivo di Amd –. Vediamo [la fase attuale] come il fondamento di un ciclo di crescita a lungo termine per l’infrastruttura AI, non come un’impennata a breve termine“.

Il nuovo accordo dovrebbe anche aiutare Amd a competere con Nvidia sul fronte della fornitura di chip per l’addestramento e l’inferenza dell’AI.

Questo è un traguardo rivoluzionario per Amd – ha commentato su X Patrick Moorhead, importante analista del settore dei chip –. Diventerà un fornitore strategico per l’azienda leader nel settore dell’intelligenza artificiale e questo attirerà ancora più clienti di primo livello“.

La corsa ai data center

L’accordo è solo l’ultimo di una serie di investimenti legati ai data center che coinvolgono OpenAI e altre aziende tecnologiche. Poco dopo il suo insediamento a gennaio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che OpenAI, SoftBank e Oracle avrebbero investito nel tempo fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture per l’AI su suolo americano.

Questa corsa all’oro dei data center è fondata in parte sull’idea che i modelli AI miglioreranno in linea con le leggi della scalabilità, a condizione che vengano addestrati su sempre più dati e con una crescente potenza di calcolo. “C’è questa storia secondo cui il punto sia la scala: è stato così per un po’ di tempo e potrebbe esserlo ancora“, aveva commentato a settembre a Wired Jonathan Koomey, visiting professor dell’università della California-Berkeley, a proposito di un accordo OpenAI-Oracle per la creazione di tre nuovi data center. “Questa è la scommessa che stanno facendo molte delle aziende statunitensi che si occupano di AI“, aveva aggiunto.

Recentemente, l’importante giornalista economico Derek Thompson ha sottolineato come, stando alle previsioni, l’industria tech spenderà circa 400 miliardi di dollari per le infrastrutture di AI quest’anno, mentre la domanda di servizi basati sulla tecnologia da parte dei consumatori statunitensi è di appena 12 miliardi di dollari all’anno, secondo uno studio.

OpenAI aveva già una relazione strategica con Amd. A giugno, in occasione di un evento del chipmaker nella Silicon Valley, Altman aveva raggiunto sul palco Lisa Su, l’amministratrice delegata dell’azienda, che lo aveva definito un “grande amico” e un'”icona dell’AI“.

Questo articolo – a cui ha contribuito anche Lauren Goode – è apparso originariamente su Wired US.

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