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Le aziende di intelligenza artificiale sono diventate un grande mostro dalle mille teste

Le aziende di intelligenza artificiale sono diventate un grande mostro dalle mille teste

Anthropic non ha fornito commenti sull’accordo oltre al comunicato stampa, rimandando i giornalisti a un video in cui i tre amministratori delegati delle società coinvolte illustrano l’accordo, peraltro da remoto (a quanto pare, accordi del genere sono diventati così consuetudinari che non vale nemmeno la pena di prendere un aereo per annunciarli di persona). Al centro dell’inquadratura c’è Satya Nadella di Microsoft, che – con un sorriso da fare invidia al gatto del Cheshire – proclama quello che potrebbe essere lo slogan del Blob: Saremo sempre più clienti gli uni degli altri. Mentre espone i dettagli, gli altri ceo fanno cenni con la testa. A sinistra c’è il ad di Anthropic Dario Amodei. La società non ha un proprio cloud e nemmeno un flusso di entrate slegato dall’AI come Google, Microsoft o Meta. E quindi ora ha aggiunto Microsoft ai precedenti partenariati con Amazon e Google.

Con il suo immancabile giubbotto di pelle, Jensen Huang di Nvidia ha definito l’accordo “un sogno che si avvera”, rivelando che teneva d’occhio Anthropic da qualche tempo e evidenziando il suo entusiasmo per l’aggiunta dell’azienda al suo ricco portafoglio di accordi. Siamo presenti in ogni azienda e in ogni singolo paese, ha dichiarato. “E ora la partnership tra noi tre porterà l’AI, Claude, in ogni azienda, in ogni settore e in tutto il mondo“.

Invece di sguinzagliare la sua agenzia antitrust, l’amministrazione statunitense di Donald Trump incoraggia questa tendenza. E quando in gioco ci sono centinaia di miliardi di dollari, il presidente americano non si chiede se un accordo rischia di danneggiare i cittadini, ma piuttosto come può guadagnarci a sua volta. Ora Nvidia può vendere i suoi chip alla Cina, dirottando parte dei profitti al governo statunitense. L’Arabia Saudita, che ha finanziato numerosi progetti di AI negli Stati Uniti, ha accettato una serie di misure di salvaguardia pur di acquistare chip americani, in modo da creare la sua versione del Blob. Se le cose andranno bene, le aziende di intelligenza artificiale saudite finiranno per fare concorrenza alle società statunitensi.

Ma l’esistenza del Blob fa anche sì che se l’ormai famigerata bolla dell’intelligenza artificiale dovesse scoppiare o sgonfiarsi, ad affondare sarebbero tutti quanti. Come ha detto di recente il numero uno di Google Sundar Pichai, “nessuna azienda sarà immune, nemmeno noi“.

La scelta obbligata delle aziende di intelligenza artificiale

In un certo senso non si possono biasimare queste grandi aziende. Probabilmente preferirebbero portare avanti la loro attività senza diventare grumi del Blob. Ma la ricerca di un’AI iperscalata è un obiettivo troppo grande per essere affrontato da soli. “Credo che nessuno di noi si sia reso conto di quanto reali sarebbero state le leggi di scalabilità e quindi quanta potenza calcolo avrebbero richiesto queste cose, mi ha confessato un dirigente di un’importante realtà nel campo. La conseguenza, spiega, è che “ci siamo trasformati tutti in aziende di infrastrutture e costruzioni“. L’enorme costo del capitale per la realizzazione di sconfinati data center richiede partnership. Senza contare che le aziende che addestrano e gestiscono gli llm sono invischiate mani e piedi anche con i fornitori di cloud.

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