Εὐσχία ἡ ἀνέγκλητος, ἡ βιώσασα ἐν ἀγνείᾳ καὶ εὐγενείᾳ ἔτη πλείονα ἢ εἰκοσιπέντε, ἐτελεύτησεν ἐν τῇ ἑορτῇ τῆς κυρίας μου Λουκίας, ἧς οὐ χρείαν ἔχει λόγου ἐγκωμίου. Χριστιανὴ πιστὴ καὶ τελεία, τῷ ἰδίῳ ἀνδρὶ εὐχάριστος διὰ πολλὰς χάρτας, ἡδύλογος.
[Euskhia l’irreprensibile, che visse in purezza e nobiltà per più di venticinque anni, morì nel giorno della festa della mia signora Lucia, la quale non ha bisogno di parole di lode. Cristiana fedele e perfetta, gradita al marito attraverso molte grazie (?), dal dolce parlare].
Insieme al testo, Perplexity ha fornito il contesto storico-archeologico: l’iscrizione sarebbe stata rinvenuta da Paolo Orsi nel 1894 nelle catacombe di San Giovanni a Siracusa e rappresenterebbe una delle più antiche testimonianze del culto di Santa Lucia nella città siciliana. Il tutto corredato dall’assicurazione che la trascrizione fosse “attestata nelle principali fonti accademiche e archeologiche“.
Il primo segnale d’allarme: l’incoerenza visiva
Un confronto anche superficiale tra la trascrizione fornita e l’immagine dell’epigrafe ha immediatamente rivelato incongruenze significative. Alcune parole chiaramente leggibili nella fotografia non comparivano nel testo greco proposto da Perplexity.
Questo primo indizio ha suggerito la necessità di una verifica più approfondita, portando all’esame delle fonti citate dal sistema di intelligenza artificiale.
La caccia alle fonti fantasma
L’analisi delle fonti allegate da Perplexity ha rivelato un problema più profondo: nessuna delle pubblicazioni citate conteneva effettivamente la trascrizione greca fornita. Peggio ancora, molte di queste fonti si sono rivelate poco scientifiche e scarsamente affidabili dal punto di vista accademico.
Il tentativo di rintracciare l’origine del testo attraverso ricerche tradizionali, utilizzando frammenti e parole chiave del greco antico proposto, non ha prodotto alcun risultato. Era come se il testo fosse apparso dal nulla, materializzandosi nell’universo digitale senza alcuna fonte primaria identificabile.
La verità nascosta: il testo autentico
Dopo una ricerca più sistematica, condotta anche con l’ausilio di Gemini Deep Search (che, pur non individuando immediatamente la fonte del testo completo, ha fornito almeno un indizio a cui appigliarsi), è stato finalmente possibile identificare uno dei pochi documenti online che riportava la trascrizione autentica dell’epigrafe:
Εὐσκία ἡ ἄµενπτος, ζήσα<σα> χρηστῶς καὶ σεµνῶς ἔτη πλῖο<ν> ἔλαττον κε᾽, ἀνεπαύσετο τῇ ἑορτῇ τῆς κυρίας µου Λουκίας, εἰς ἢν οὔκ ἐστιν ἐν κώµειον εἰπεῖν, Χρηστειανή, πιστή, τέλιος οὖσα, εὐχαριστοῦσα τῷ εἰδίῳ ἀνδρὶ πολλὰς εὐχαριστίασ α[ staurogramma]ω εὐοµε[ίλητος]