Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature mette in luce una sfida emergente per il settore dell’intelligenza artificiale: l’impatto ambientale. Secondo le stime, entro il 2030 l’industria dell’AI potrebbe generare tra 1,2 e 5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (e-waste). Questo problema è dovuto all’obsolescenza delle infrastrutture e dell’hardware, che non riescono a tenere il passo con la rapida espansione del comparto.
Oltre ai rifiuti, c’è anche la questione del consumo energetico. Il training e l’utilizzo di modelli di intelligenza artificiale richiedono grandissime quantità di energia. Per far fronte a questa sfida, alcune big tech stanno esplorando soluzioni innovative, come l’installazione di mini reattori nucleari.
Tuttavia, il problema rimane: la crescita esponenziale del settore dell’intelligenza artificiale potrebbe portare a una vera e propria crisi di sostenibilità, a meno che non si intervenga rapidamente. La chiave potrebbe trovarsi nell’economia circolare, con il ricondizionamento dei server, la progettazione di apparecchiature modulari e il miglioramento del riciclo delle componenti avanzate.