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Johnson & Johnson Medtech, le sfide del futuro tra AI e robot

Johnson & Johnson Medtech, le sfide del futuro tra AI e robot

Secondo: diffondere l’innovazione e le tecnologie in modo sempre più uniforme sul territorio nazionale per garantire equo accesso alle cure. Motivo per cui Velys è già stato installato in Lombardia, Lazio, Campania, Veneto e Friuli-Venezia Giulia con un piano per coprire tutta Italia, che già entro il 2025 prevede di raggiungere Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Peraltro è stato progettato per essere spostato da una sala operatoria all’altra senza troppe difficoltà, poiché pesa poco meno di 20 chili e si aggancia direttamente al letto operatorio.

Terzo: aumentare la precisione dell’impianto. “Immagini di doversi affidare alla precisione al disegno di un cerchio. Noi sappiamo che Giotto l’ha disegnato a mano e ha fatto il cerchio perfetto. E devo dire che nella chirurgia di Giotto ce ne sono diversi – approfondisce il numero uno di Johnson & Johnson Medtech Italia -. Un conto è fare il cerchio a mano. Fino a ieri tutti i chirurghi lo facevano con l’ausilio di strumenti manuali. Ovviamente non tutti i cerchi erano perfetti. Oggi abbiamo un robot che impugna la penna, il chirurgo dice alla macchina di voler disegnare un cerchio, impugna comunque il trapano, che servirà al disegno virtuale di questo cerchio nel taglio che dovrà effettuare predisponendo una serie di angoli che sono quelli per calibrare l’intervento, e poi si affida come estensione della propria mano al robot per fare il taglio”.

Il chirurgo, aggiunge Fischetto, “può fare quello che vuole in in pre-operazione, quindi può decidere che tipo di grado dare, che tipo di movimento, se il ginocchio è varo, se il ginocchio è valgo, se vuole correggerlo, di quanto… Quello che sa è che quando andrà ad operare quel taglio sarà perfetto”. Gli studi evidenziano una riduzione del 29% dei tempi della degenza post-operatoria, che per l’ospedale possono rappresentare un risparmio di circa 900 euro dovuto al minor numero di giorni di ospedalizzazione. Senza contare quelli in sala operatoria, dove si riduce tutto il materiale di prova perché il disegno dell’impianto va a colpo sicuro. E poi è stata riscontrata una riduzione del 53% della riammissione in ospedale entro tre mesi per infezione, dolore o altre casistiche. Si abbassa del 23% il ricorso alla morfina per contenere il dolore, secondo uno studio fatto sui pazienti trattati con Velys. E ancora, un aumento del 25% della mobilità del ginocchio. “I pazienti sono in piedi dopo 3 ore”, dice Fischetto.

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