“Il nostro modello svolge il ruolo di monitoraggio continuo dei pazienti in terapia intensiva e consente ai medici di sapere cosa sta accadendo al paziente e come si sta evolvendo la sua salute cerebrale in tempo reale“, spiega Kris Pahuja, responsabile del prodotto di Piramidal.
Pahuja ha fondato Piramidal nel 2023 insieme all’attuale amministratore delegato Dimitris Fotis Sakellariou, con l’obiettivo di costruire un modello fondativo (foundational model) per il cervello, ovvero un sistema AI in grado di leggere e interpretare i segnali neurali. Prima di Piramidal, Sakellariou ha lavorato 15 anni come neuroingegnere e scienziato dell’AI occupandosi proprio di ricerca sull’Eeg, mentre Pahuja ha un passato a Google e Spotify. Lo scorso anno, la startup, finanziata da Y Combinator, ha raccolto 6 milioni di dollari in capitale iniziale.
Piramidal ha costruito il suo modello utilizzando dati Eeg pubblici, oltre a quelli di Cleveland Clinic e di altre aziende partner. Sakellariou afferma che il sistema incorpora quasi un milione di ore di dati di monitoraggio degli encefalogrammi, provenienti da “decine di migliaia” di pazienti, neurologicamente sani e non. Dal momento che l’attività cerebrale varia significativamente da persona a persona, la costruzione di un modello AI focalizzato sul cervello richiede enormi quantità di informazioni.
“Il nostro modello è in grado di adattarsi al cervello di persone diverse“, spiega Sakellariou.
Prossime fasi e questioni etiche
Attualmente, il team di Cleveland Clinic e Piramidal sta utilizzando i dati dei pazienti per mettere a punto il modello. Nei prossimi sei-otto mesi, prevede di testare il modello in un ambiente di terapia intensiva strettamente controllato, con dati di pazienti in tempo reale e un numero limitato di letti e medici. Da lì, l’obiettivo è di introdurre progressivamente il software a tutto il reparto della struttura. Najm spiega che un giorno il modello consentirà al sistema ospedaliero di monitorare centinaia di pazienti contemporaneamente,.
Questo approccio lento è finalizzato a ridurre il tasso di falsi positivi e falsi negativi, ovvero i casi in cui il sistema identifica erroneamente pazienti che non hanno subito un evento grave oppure non riesce a individuare qualcuno che invece ce l’ha. Quest’ultimo scenario in particolare è “un grosso problema che ci tiene svegli la notte“, ammette Najm.
Piramidal non ha rivelato l’attuale tasso accuratezza del modello (che sostiene di voler pubblicare in futuro), ma ha dichiarato di aver valutato la sua tecnologia con una rete di medici e di aver raggiunto prestazioni “simili a quelle umane“. L’azienda .
Mentre l’obiettivo immediato di Piramidal è quello di applicare il suo modello alla terapia intensiva, Sakellariou e Pahuja vogliono sfruttare l’AI anche per il monitoraggio dell’epilessia e del sonno.
Come nel caso delle società che lavorano alle cosiddette interfacce neurali, tecnologie come queste sollevano domande sia sull’utilizzo che sull’archiviazione dei dati cerebrali. “Progressi come questo evidenziano la necessità di quadri etici preventivi che supportino lo sviluppo e l’uso responsabile di queste tecnologie – afferma Caroline Montojo, presidente e amministratrice delegata di Dana Foundation, un’organizzazione filantropica privata dedicata alla ricerca sulle neuroscienze –. È fondamentale tenere conto di molte prospettive diverse nelle prime fasi di progettazione delle tecnologie, provenienti da più discipline, tra cui esperti di etici, sociologi e giuristi, oltre alle esperienze dei pazienti“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.