L’innovazione, nel mondo del farmaco, oggi è molto di più di una mera questione di laboratorio. Per diventare cura e impattare sulla salute delle persone, alla terapia in sé va affiancato un intero ecosistema costituito da aziende, istituzioni ed enti di formazione, tra nuove competenze e modelli organizzativi riadattati. In questa visione, l’intelligenza artificiale è un acceleratore trasversale che entra in ogni fase del processo, dalla scoperta di nuove molecole alla produzione industriale, fino all’organizzazione interna. Ma l’Ai da sola non basta: a fare la differenza è un capitale umano capace di metterla a terra, di immaginare scenari diversi e costruire alleanze durature, in un momento storico in cui creatività e cultura della flessibilità – qualità spesso riconosciute al nostro paese – si stanno rivelando decisive anche nel mondo pharma.
A proposito dell’incontro tra Italia e farmaceutica, si è da poco tagliato il traguardo simbolico della presenza nel nostro paese da 125 anni da parte di Bayer, arrivata a Milano nel 1899 con la prima filialecommerciale e oggi presente con 1200 dipendenti e un fatturato di 1 miliardo di euro (su un totale globale di 93mila collaboratori e 46,6 miliardi di euro, di cui 6,2 reinvestiti in ricerca e sviluppo). A margine di un evento istituzionale di inizio luglio, in cui la ricorrenza è stata celebrata anche con l’annullo di un francobollo dedicato a Bayer e realizzato da Matias Hermo, abbiamo parlato di presente e di futuro con Arianna Gregis, cervello di rientro e che oggi è a capo dell’area Pharmaceuticals di Bayer Italia.
Arianna Gregis, i compleanni sono momenti di festa, ma anche l’occasione per fare bilanci e nuovi progetti: partiamo da qui…

Arianna Gregis
“I 125 anni sono un traguardo importante, che porta con sé anzitutto un senso di responsabilità ulteriore. Non si tratta semplicemente di celebrare una lunga storia, ma di gettare uno sguardo consapevole al percorso che ci ha permesso di arrivare fin qui, per capire come tradurre questa eredità in azioni concrete per il futuro. Per l’azienda è l’occasione per ribadire – a noi stessi e al paese – l’impegno nel contribuire in modo attivo all’innovazione scientifica, a migliorare la salute delle persone e allo sviluppo sostenibile della società.
“In questo senso il francobollo, emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è un riconoscimento dal valore simbolico, che restituisce visibilità a quanto fatto finora e soprattutto rafforza la nostra determinazione a guardare avanti. La composizione grafica (con il numero 125 raffigurato su una bandiera italiana stilizzata che rappresenta i tre campi di competenza dell’azienda, ossia agricoltura, farmaci di automedicazione e terapie innovative) racchiude in pochi centimetri una lunga storia di progresso, passione e collaborazione. Non è solo un tributo al passato, ma una promessa di continuità e impegno per il futuro, in cui l’innovazione resta al centro della nostro lavoro”.