Dynamic Speed Limit è l’idea semplice che potrebbe avere un impatto enorme: se le auto conoscessero in tempo reale la velocità ideale da mantenere, potremmo evitare rallentamenti, ottimizzare i flussi e rendere la guida più sicura ed efficiente. Sulla Tangenziale di Napoli questa visione è già realtà. L’iniziativa, promossa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito dei progetti del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST), rappresenta il primo test italiano di gestione predittiva della velocità su una tratta aperta al traffico.
Il cuore del sistema è un algoritmo sviluppato da Movyon, tech company del gruppo Autostrade per l’Italia (Aspi), che raccoglie e analizza circa 3,5 milioni di dati al giorno: tipo di veicolo, velocità, lunghezza, corsia occupata e perfino la distanza temporale con il mezzo davanti (headway). Queste informazioni alimentano un modello di traffico costruito con l’Università Federico II di Napoli, che elabora la velocità ottimale da mantenere in quel preciso tratto, in quel preciso momento.

La Maserati GranCabrio Folgore, equipaggiata con il robo-driver del Politecnico di Milano.
Gruppo Autostrade per l’ItaliaUna volta calcolato il valore, il sistema in capo al Centro di controllo del traffico della Tangenziale di Napoli lo trasmette alle antenne installate lungo la rete. Da lì, il messaggio raggiunge le auto: sia le più avanzate, come la Maserati GranCabrio Folgore a guida autonoma del Politecnico di Milano, sia le utilitarie in servizio sulla Tangenziale, dotate di semplici ricevitori di bordo. Il risultato? Secondo le stime, se lo facessero tutte le auto si avrebbe una riduzione del traffico e delle emissioni in una forbice tra il 5% e il 15%, e un calo degli incidenti tra il 10% e il 30%. Un effetto onda verde, ottenuto non modificando le infrastrutture ma integrandole con intelligenza. È questo, in fondo, il senso delle smart roads: far parlare strade e veicoli in tempo reale, senza aspettare di sostituire tutto.