Ci vuole una strategia per portare lintelligenza artificiale negli alberghi, ma in pochi lo hanno capito

L’intelligenza artificiale è diventata la nuova ossessione anche del settore alberghiero. Nuovi strumenti emergono quasi settimanalmente e i dirigenti di alberghi e hotel sono ansiosi di dimostrare che stanno abbracciando il futuro. Tuttavia questa eccitazione può nascondere un problema potenziale.

Mentre gli alberghi si affrettano ad adottare l’AI, molti nel settore stanno ancora cercando di capire cosa ciò significhi realmente. Prendendosi il tempo per distinguere tra le diverse forme di intelligenza artificiale e verificare come si allineano ad obiettivi aziendali specifici, gli albergatori possono trasformare l’entusiasmo iniziale in un successo strategico a lungo termine.

Adozione senza comprensione

L’ultimo rapporto H2C AI & Automation in Hospitality mostra che quasi otto catene alberghiere su dieci utilizzano già l’intelligenza artificiale in qualche forma e che quasi nove su dieci prevedono di ampliarne l’uso entro i prossimi due anni. Teoricamente, questa sembra una mossa sicura e innovativa per il settore. Ma in pratica solo una piccola percentuale di hotel dispone di una strategia circa l’intelligenza artificiale definita e guidata dal management. La valutazione nelle indicazioni di prezzo basate sull’intelligenza artificiale ha ottenuto un punteggio poco superiore a sei su dieci, mentre continuano a rappresentare ostacoli significative, le difficoltà di integrazione e la frammentazione dei dati.

Queste cifre evidenziano che molti alberghi adottano l’intelligenza artificiale in modo tattico, aggiungendo strumenti per risolvere problemi isolati, anziché in modo strategico, per avere una visione chiara di come i diversi tipi di AI comportino risultati aziendali distinti. La vera trasformazione inizia quando i dirigenti alberghieri comprendono il tipo di intelligenza artificiale che stanno usando, quale problema risolve e come si inserisce nella strategia commerciale più ampia.

Alla radice di questa confusione c’è l’assunto diffuso che l’intelligenza artificiale sia una tecnologia unica. Non lo è. Il termine comprende forme differenti, ciascuna con scopi e limiti propri. Quando queste differenze vengono ignorate, la tecnologia viene spesso impiegata in modi che aggiungono poco valore o che possono persino generare nuove inefficienze.

Tre forme di AI che tutti gli alberghi dovrebbero conoscere

La prima è quella , da IDeaS, chiamata generalmente “mathematical AI”, che consiste nella scienza alla base della moderna gestione delle entrate. Si tratta di algoritmi consolidati che prevedono la domanda, determinano la disponibilità e suggeriscono il prezzo giusto al momento giusto. Questa forma di intelligenza artificiale ha, da anni, assicurato un’ottimizzazione affidabile dei ricavi e dovrebbe rappresentare il perno centrale della strategia AI commerciale di un albergo.

La seconda è la “generative AI”. Può scrivere, riassumere o analizzare testi, immagini e dati, aiutando i team a risparmiare tempo e a comunicare in modo più efficiente. Usata correttamente, può migliorare la produttività in ambito marketing, operativo e di reporting. Ma non è progettata per fornire raccomandazioni di prezzo precise o previsioni analitiche: le manca la logica specialistica necessaria per un’analisi accurata delle performance. La generative AI funziona al meglio come supporto che potenzia l’attività umana, piuttosto che sostituirla. Applicarla nel modo sbagliato rischia di causare errori costosi.

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