“Abbiamo introdotto importanti novità nella funzione di ricerca di ChatGPT quando viene usato attraverso Atlas”, ha spiegato Ryan O’Rourke, il designer dell’interfaccia del browser, durante la presentazione. Se un utente digita nella barra di ricerca recensioni di film, la prima risposta non sarà la classica lista di link blu a cui siamo abituati su Google, ma una risposta in stile chatbot.
Da lì, l’utente potrà comunque passare a schede dedicate per visualizzare raccolte di link, immagini, video o notizie legate alla ricerca. È, in un certo senso, una versione ribaltata dell’esperienza di Chrome: invece di partire dai risultati tradizionali per poi aggiungere funzioni di AI, Atlas mette l’intelligenza artificiale al centro e relega link e immagini a un ruolo secondario.
Un’altra funzione messa in evidenza da OpenAI durante la presentazione è la capacità di salvare “memorie del browser”. La funzione, completamente opzionale, è un’evoluzione del sistema di memoria già integrato in ChatGPT, che conserva alcune informazioni sugli utenti basandosi sulle interazioni passate con il chatbot.
Il browser è in grado di ricordare ricerche precedenti e di utilizzare quei dati per suggerire nuovi argomenti o azioni: può ad esempio automatizzare una routine online riconosciuta dall’attività dell’utente, o riproporre un sito visitato in passato che potrebbe tornare utile per un progetto in corso.

All’interno di Atlas, gli utenti possono selezionare qualsiasi testo che stanno scrivendo e chiedere assistenza diretta a ChatGPT.
Courtesy of OpenAI


