Un gruppo di artisti ha scatenato una protesta contro OpenAI, accusando l’azienda di sfruttare manodopera creativa attraverso il suo generatore video Sora. Dopo aver ottenuto un accesso anticipato al modello, i tester hanno clamorosamente divulgato il software su Hugging Face. OpenAI ha costretto i ‘manifestanti’ a chiudere il modello dopo sole tre ore.
In una lettera aperta pubblicata online, gli artisti denunciano di essere stati reclutati con la promessa di essere partner creativi, ma in realtà si sentono presi in giro da Altman e i suoi. “Burattini delle pubbliche relazioni“, hanno scritto. L’accusa principale è che OpenAI, travestendo l’operazione da servizio creativo, stia sfruttando centinaia di professionisti per test e feedback senza un’adeguata compensazione.
“Non siamo solo tester di bug gratuiti o fonte di dati“, si legge nella missiva, che critica aspramente il processo di “art washing” con cui l’azienda maschererebbe inoltre le carenze del proprio strumento.
OpenAI ha risposto attraverso il proprio portavoce Niko Felix, sottolineando che la partecipazione al programma di anteprima è completamente volontaria. L’azienda ribadisce che Sora è ancora in fase di ricerca e che l’obiettivo è bilanciare creatività e misure di sicurezza.
Il modello è dunque ancora lontano dal lancio su larga scala. Il ritardo è legato alla sicurezza, alle ingenti risorse computazionali necessarie per generare video ad alta risoluzione e ora anche agli attriti etici.