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Le vie del gol sono infinite. In Serie A si ricorda ancora la prodezza di Brignoli che piegò il collega Donnarumma in un Benevento-Milan del 2017. Una rarità per il calcio italiano ma in qualche modo si cerca di rimediare, non solo con i tesserati solitamente scelti per essere le bocche di fuoco della squadra. La Fiorentina, ad esempio, si è messa alle spalle sì con i numeri di un ritrovato Kean ma anche con l’apporto della difesa. Cinque gol come Manchester City e Werder Brema. Nessuno ha fatto meglio prima della ripresa dei campionati dopo la sosta di novembre per le Nazionali.
Una primizia come lo è l’Atalanta a centrocampo. Fra Serie A e restanti top leghe, sono 4 i club in doppia cifra con i centrocampisti ma a 13 è arrivata solo la Dea, che vanta una batteria di mezzali e trequartisti con il vizietto del gol. Vince la continuità e la diversità (7 in gol con un massimo di 2 centri cad.), insomma. Fa specie vedere il Napoli capolista assai lontano (3 gol) nonostante gli investimenti nel reparto e la buona vena di McTominay, a segno nell’ultimo big match contro l’Inter, la seconda d’Italia per marcature con la linea mediana (9).
A proposito di Serie A, il tris di “ori” sfugge solo in attacco dove la Lazio ne ha timbrati 20. Per fare meglio di Dia, Castellanos e compagni ci sono volute tutte le frecce a disposizione di due colossi come Barcellona e Bayern Monaco. Almeno ad un’italiana non va la palma di peggior reparto avanzato, saldamente nelle mani del Le Havre con zero gol (minimo in A il Cagliari con 3). Zero per i centrocampi di Empoli, Genoa e Lecce (stessa sorte per un inglese (Everton), uno spagnolo (Espanyol), due tedeschi (Friburgo e Hoffenheim) e due francesi (Saint-Eitenne e Tolosa)). A loro il compito di risalire la china trovando nuovi “appigli”.
