L’AI nell’era Trump-Musk: dall’utopia alla distopia? | Weekly AI

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Weekly AI news è la nostra rassegna stampa settimanale sulle notizie più rilevanti dal mondo dell’intelligenza artificiale.

Il mondo dell’AI si prepara a entrare nella nuova era Trump-Musk, accoppiata i cui effetti nel settore non sono del tutto chiari.

L’opinione più diffusa è che Trump, coadiuvato dall’eccentrico CEO di Tesla, intenda abrogare le attuali restrizioni sull’AI implementate dall’amministrazione Biden, dai più considerate già di loro piuttosto permissive. Si susseguono preoccupazioni relative all’emersione dell’AGI, la fantomatica AI ‘super-intelligente’, proprio durante una presidenza così controversa. Più di qualcuno teme l’avvento di una distopia. “Secondo molte stime – ha twittato Steven Heidel, membro dello staff di OpenAI – Trump sarà il presidente dell’AGI“.

Nonostante Musk sia stato a suo tempo uno tra i principali firmatari di un noto appello per la responsabilità nell’AI, è anche il più celebre tifoso della Singolarità (l’avvento di una società cyber-umana) ed è notoriamente un feroce nemico dell’AI ‘educata’ della Silicon Valley, a suo dire una censura mascherata.

Questioni etiche di primaria importanza coinvolgono anche altri tra i principali protagonisti, che si allineano in simultanei rapporti con enti della difesa degli Stati Uniti.

Meta modifica le sue politiche per permettere alle agenzie governative statunitensi di utilizzare il suo modello open source Llama per scopi di sicurezza nazionale. Apre così ad una collaborazione con il Pentagono. La decisione rappresenta un’eccezione epocale alla politica dell’azienda, che vieta(va) l’uso della sua tecnologia per scopi militari o di spionaggio.

OpenAI invece collabora attivamente con il Dipartimento della Difesa USA già da diversi mesi. Ma ora l’accordo si espande all’azione del Pentagono in Africa. Il Comando Africa degli Stati Uniti considera essenziale la tecnologia di Altman per le sue missioni sul Continente.

Sorprendono di più le nuove partnership di Anthropic, azienda che ha fatto dell’AI etica la sua bandiera.

L’azienda dei fratelli Amodei collabora con l’appaltatore della difesa Palantir e con Amazon Web Services per portare il suo chatbot AI Claude alle agenzie di intelligence e difesa degli Stati Uniti. Secondo molti, l’alleanza sembra in contrasto con l’affermazione di Anthropic di mettere “la sicurezza alla frontiera“.

Le aziende non perdono però di vista le innovazioni di mercato, che rimane il principale banco di prova dell’AI.

Meta lavora a un proprio motore di ricerca da integrare nel suo chatbot Meta AI, non ancora disponibile in UE. Il nuovo progetto search, iniziato circa otto mesi fa, mira a competere con giganti come Google e Bing, seguendo l’esempio di OpenAI con Search-GPT.

Anche Google apre a nuove funzionalità, applicando Gemini ai suoi servizi di navigazione, Google Maps, Waze e Google Earth. Gli utenti potranno interagire con l’assistente virtuale per ricevere suggerimenti personalizzati su luoghi da visitare e attività da svolgere, sfruttando l’ampio database di recensioni e informazioni commerciali di Google.

Microsoft poi sceglie di unire la nostalgia all’attualità e modernizza il suo storico programma Paint, rimasto praticamente invariato dal 1985, introducendo funzionalità di intelligenza artificiale. Un aggiornamento pensato più per creare un ‘effetto gioco’ che per offrire una reale utilità. Ma il risultato è un contrasto stimolante che scatena riflessioni sulla rivitalizzazione di tecnologie obsolete attraverso le nuove potenzialità dell’AI.

L’AI continua a portare sconvolgimenti anche nel complesso mondo del diritto d’autore, dall’arte all’editoria.

Il dipinto “AI God. Portrait of Alan Turing“, ritratto del celebre matematico realizzato dal robot umanoide AI-Da, viene venduto a 1,08 milioni di dollari da Sotheby’s, stabilendo un record sulla vendita di un’opera realizzata con AI. AI-Da è un progetto del gallerista britannico Aidan Meller e si attira frequenti critiche.

Dal mondo dei libri arriva una vicenda che ha per protagonista Veen Bosch & Keuning. L’editore olandese sperimenterà l’uso dell’AI per la traduzione di narrativa commerciale. La vincitrice del premio International Booker Michele Hutchison definisce l’operazione “offensiva per gli autori e i lettori” e denuncia la bassa qualità dell’interpretazione del contesto da parte della tecnologia. Ma dal mondo giungono sempre più innovazioni che amplificano la visione di Veen Bosch & Keuning.

L’ultima arriva dall’Italia. L’azienda romana (e californiana) Translated presenta Lara, un innovativo sistema di traduzione basato sull’AI, sviluppata utilizzando la piattaforma NVIDIA. L’app si distingue per la sua capacità di spiegare le scelte traduttive e per una comprensione approfondita del contesto.

E dall’Italia arriva anche un’altra notevole applicazione dell’AI, quella sui giochi per bambini. Clementoni presenta infatti un robot educativo di nome Airo, frutto del programma AI4Edugaming, collaborazione con l’Università di Macerata e altri partner, la software house Ubisive Srl e la Società Cooperativa Sociale ‘Il faro’. Nonostante le preoccupazioni sulla governance mondiale, quello di Clementoni è un progetto che ci ricorda le ampie potenzialità di una sintesi tra etica e applicazione commerciale dell’intelligenza artificiale.


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