Una penalizzazione per coloro che, pur di scalare posizioni nella classifica e tentare di aggiudicarsi i 1.500 euro del bonus extra, effettuano un gran numero di microtransazioni ravvicinate con importi irrisori. Abbiamo utilizzato il condizionale, come d’obbligo nel nome della trasparenza, ma ora possiamo darne conferma.
Furbetti del Super Cashback: la penalizzazione è confermata
Niente fake, dunque: i messaggi stanno comparendo sui display di quegli utenti che hanno generato transazioni sospette, erogati direttamente dalle autorità che stanno eseguendo il monitoraggio dell’iniziativa Cashback di Stato.
Non abbiamo ad ogni modo dettagli in merito alla percentuale dei partecipanti interessati, né come la misura andrà a incidere sulle posizioni della classifica. Con tutta probabilità, coloro che stanno ricevendo l’avviso hanno eseguito spese dal valore irrisorio, pari a pochi centesimi di euro. È ciò che lamentano da tempo i benzinai, invocando un intervento come promesso dal mondo della politica a fine marzo.
La logica del messaggio inviato dall’autorità a capo del Piano Cashless Italia, del resto, appare chiara: qualora una transazione non faccia capo a un acquisto (ossia a una vera e propria compravendita, con un bene ricevuto in cambio di una somma erogata), la transazione stessa non può essere conteggiata ai fini del Super Cashback. Operazioni ripetute e sospette, individuate dagli algoritmi che stanno gestendo il flusso di dati in entrata e in grado dunque di filtrare le manovre meno opportune facendo calare la scure laddove necessario. Al diretto interessato rimarrà la possibilità di contestare l’annullamento dell’operazione stessa, potendo offrire spiegazioni plausibili che possano consentire il reintegro della transazione tra quelle conteggiate, entro sette giorni.