Più anni da CT con la stessa Nazionale

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Con la stessa Nazionale 

Più anni da CT con la stessa Nazionale

©TM/IMAGO

Il calcio moderno, specie quello delle Nazionali, vive di cicli. Vuoi il poco tempo per poter creare una convincente amalgama di squadra, vuoi la spada di Damocle dei risultati, i commissari tecnici si stanno abituando a tappe di carriera brevi. Sono nel 2024 hanno cambiato guida 52 Nazionali (di cui 5 ad interim) e la prossima sarà l’Inghilterra, che affiderà le sorti della Tre Leoni a Thomas Tuchel dal 2025 e con un contratto di soli 18 mesi. Sarà, insomma, il Mondiale nordamericano a fare la tara per l’allenatore tedesco e vari suoi colleghi, incluso chi organizzerà la manifestazione, guarda caso tutti con coach fresco di nomina (Canada con Jesse March, il Messico con Javier Aguirre, gli Stati Uniti con Mauricio Pochettino). Ma è davvero così difficile restare a lungo in sella ad una selezione di Paese?

Bisognerebbe chiederlo a Koldo Álvarez, a capo di Andorra dal febbraio 2010 (11 vittorie in 125 incontri nel mentre, nda) e per questo il CT più longevo fra i membri della FIFA. Permanenza che lo avvicina alla top10 degli allenatori che hanno resistito più a lungo al comando di una singola Nazionale, ma non al primato assoluto, detenuto dal francese Gaston Barreau, a capo di una delegazione dal 1920 al 1954. E francese è anche Didier Deschamps, da 12 anni a capo dei Bleus e, considerando un contratto in scadenza nel 2026, presto terzo di sempre per presenze su una singola panchina da Nazionale. Obiettivo? 200 presenze di fila.

Cosa che non è riuscita al primatista di oggi, Oscar Tabarez, che ha diretto l’Uruguay in tre periodi diversi, e nemmeno a Vittorio Pozzo, 18 anni con l’Italia (1929 al 1948), primo mister unico (3 incontri nel 1912, bis fra marzo e giugno 2024, prima dell’incarico a tempo indeterminato) e orgoglio del calcio tricolore. Segue Enzo Bearzot con 8, Fulvio Valcareggi con 7 e, a 5 anni, il trio Azeglio Vicini (per lui anche un decennio in U21), Arrigo Sacchi e Roberto Mancini. Dati che dimostrano quanto le vittorie importanti, consentano di andare avanti. Quello che si augura anche al futuro di Spalletti, i cui primi benefici si iniziano a vedere solo ora a un anno scarso dalla presa di servizio.



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