Un capitolo de Il Signore degli Anelli può essere guardato come un film “di Natale”, anche se non lo dichiara mai apertamente. È una di quelle rivelazioni che, una volta colte, cambiano per sempre il modo di vivere una visione diventata ormai rituale per molti spettatori. Il riferimento è a Il Ritorno del Re, atto conclusivo della trilogia diretta da Peter Jackson, che pur muovendosi in un universo fantasy lontanissimo dalle festività tradizionali, sembra racchiudere in sé una sensibilità sorprendentemente affine allo spirito natalizio. Non è un’associazione immediata, ma emerge con forza se si osserva il film con attenzione, ed è forse proprio questa discrezione a renderla ancora più affascinante.
Al centro del racconto c’è un insieme di valori che dialogano apertamente con quelli legati al Natale – e la stessa cosa curiosamente vale anche per un solo film dell’universo Marvel. Il Ritorno del Re è una storia di sacrificio, speranza e rinascita, in cui la luce riesce finalmente a prevalere sull’oscurità dopo un cammino lungo e doloroso. La figura di Aragorn incarna perfettamente questo percorso: il suo passaggio da erede esitante a sovrano legittimo rappresenta una vera e propria redenzione, non solo personale ma collettiva. L’incoronazione segna la fine di un’epoca di paura e l’inizio di una nuova stagione di pace, un momento che richiama da vicino il concetto di rinnovamento e di promessa di un futuro migliore tipico della narrazione natalizia.
C’è poi il tema del ritorno, fondamentale sia nel film che nell’immaginario delle feste. La conclusione del viaggio di Frodo, Sam, Merry e Pipino, con il rientro nella Contea, è carica di un’emozione intima e profondamente familiare. Dopo aver affrontato l’orrore e la perdita, i protagonisti ritrovano la quiete dei luoghi d’origine e degli affetti più autentici. È un’immagine che risuona con forza con l’idea del Natale come momento di raccoglimento, di casa e di calore umano, in cui il mondo esterno sembra fermarsi per lasciare spazio alla condivisione.
Anche l’aspetto visivo contribuisce a rafforzare questa percezione. Le sequenze ambientate a Minas Tirith, illuminate da una luce calda durante i momenti di festa, evocano un senso di celebrazione che non è lontano da quello delle luminarie natalizie. I paesaggi innevati che attraversano alcune parti del film e il costante senso di meraviglia che accompagna lo sguardo dello spettatore contribuiscono a creare un’atmosfera quasi fiabesca. In questo contesto, la musica di Howard Shore gioca un ruolo fondamentale: la sua colonna sonora, capace di alternare epicità e malinconia, amplifica l’impatto emotivo delle immagini e avvolge il racconto in un’aura che potrebbe appartenere a una grande storia delle feste.
Un ulteriore elemento che ha consolidato questa lettura è la scelta di distribuire Il Ritorno del Re nel mese di dicembre, come del resto tutti i capitoli della trilogia. Tuttavia, è proprio il carattere conclusivo e celebrativo di questo film a renderlo particolarmente legato a quel periodo dell’anno. La sensazione di compimento, di vittoria conquistata a caro prezzo, si sposa perfettamente con il clima di fine anno, trasformando la visione in un appuntamento ricorrente per molti fan.
In definitiva, c’è qualcosa di intimamente natalizio nell’anima de Il Ritorno del Re e, più in generale, nell’epopea de Il Signore degli Anelli. La centralità dell’amicizia, il valore del coraggio e la fiducia nella possibilità di superare anche le prove più dure parlano direttamente al cuore dello spettatore. È questa combinazione di emozione, magia e speranza a fare del film un compagno ideale delle serate invernali, capace di conquistare, anno dopo anno, un posto speciale tra le visioni delle festività.
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