Nel corso di una carriera lunga oltre mezzo secolo, Steven Spielberg ha dimostrato come pochi altri di saper spaziare attraverso i generi e i linguaggi cinematografici con una naturalezza disarmante. Dai blockbuster d’avventura ai drammi storici più solenni, passando per la fantascienza, l’horror e il cinema per famiglie, l’amato regista ha costruito una filmografia che definire monumentale non è un’esagerazione. Eppure, c’è un territorio che si è rivelato sorprendentemente insidioso anche per lui, ovvero, quello della commedia.
Sebbene l’ironia e il gusto per il grottesco abbiano spesso trovato spazio nei suoi film, Spielberg ha di fatto realizzato pochissime commedie propriamente dette. Il suo primo tentativo in tal senso, arrivato alla fine degli anni ’70, si trasformò in una produzione chiacchierata e controversa che rischiò seriamente di incrinare il mito nascente del “re Mida” di Hollywood. Il film in questione è 1941 – Allarme a Hollywood, un titolo che oggi viene ricordato più per ciò che rappresentò nella carriera del regista che per i suoi meriti artistici.
Il primo tentativo di Steven Spielberg nel mondo della commedia
Uscito nel 1979, 1941 – Allarme a Hollywood fu accolto con freddezza – se non aperta ostilità – dalla critica. Ambientato a Los Angeles nei giorni successivi all’attacco di Pearl Harbor, il film racconta il panico collettivo di una città convinta di essere sul punto di subire un’invasione giapponese. Un evento storico reale trasformato, nelle intenzioni del regista, in una gigantesca farsa.
Il cast raccoglieva tra le sue fila alcuni dei nomi legati al mondo della commedia più celebri del periodo, comeDan Aykroyd, John Belushi, John Candy, Nancy Allen, Ned Beatty, Christopher Lee, Tim Matheson e un giovanissimo Mickey Rourke. Nonostante un simile parterre de roi e una produzione ambiziosa, l’operazione convinse ben pochi. La scelta di abbracciare una comicità caotica e slapstick, quasi da cartoon, spiazzò pubblico e critica, soprattutto considerando che arrivava a ridosso di due successi caratterizzati da toni radicalmente opposti come Lo squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Dal punto di vista commerciale, 1941 – Allarme a Hollywood non fu un disastro totale, arrivando a incassare oltre 94 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 35. Ma le aspettative erano talmente alte che quel risultato venne percepito come una sonora delusione. Ancora oggi il film registra un modesto 39% su Rotten Tomatoes, con giudizi che ne criticano la confusione narrativa e l’eccesso di spettacolo fine a sé stesso.
Perché 1941 è stato percepito come un fiasco
Il problema principale di 1941 – Allarme a Hollywood non fu tanto l’insuccesso economico, quanto il contesto in cui si trovò costretto a destreggiarsi. Spielberg era reduce da due film che avevano ridefinito il concetto stesso di blockbuster, e la Universal si aspettava un risultato simile. Il fatto che il film non abbia nemmeno triplicato il proprio budget fu letto come un campanello d’allarme, soprattutto in un’epoca in cui il regista sembrava incapace di sbagliare un colpo.
Dal punto di vista creativo, c’è da dire che il film soffre di una narrazione eccessivamente affollata di personaggi e di un tono che fatica a trovare un giusto equilibrio. La rappresentazione satirica del panico post-Pearl Harbor si scontra con una comicità talmente esasperata da risultare, per molti, stancante e in alcuni casi fuori luogo. Infatti, sono pochi i personaggi a emergere davvero, al di là delle performance istrioniche di Aykroyd e Belushi, all’epoca reduci dal successo travolgente di Saturday Night Live.
Non è un caso che parte del pubblico fosse attirata più dalla presenza delle star che dal film in sé. Un fattore che contribuì a rendere 1941 – Allarme a Hollywood un oggetto strano, difficile da rivedere e ancora più complicato da collocare all’interno della filmografia spielberghiana.
Dan Aykroyd e John Belushi sul set di 1941 – Allarme a Hollywood – Cr. MovieStillsDB
La caduta… e la rinascita immediata
Fortunatamente per Spielberg, 1941 – Allarme a Hollywood rimase un episodio isolato. I due film successivi, I predatori dell’arca perduta ed E.T. l’extra-terrestre, non solo cancellarono ogni dubbio sul suo talento, ma contribuirono a trasformare quella battuta d’arresto in una semplice nota a margine di una carriera leggendaria.
Col senno di poi, 1941 – Allarme a Hollywood appare come un esperimento mal riuscito, un azzardo creativo che arrivò troppo presto e nel momento sbagliato. Tuttavia rimane la testimonianza del coraggio di un giovane Steven Spielberg che non ha esitato a cimentarsi ancora una volta in un registro che col senno di poi non si è mai rivelato davvero nelle sue corde.
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Foto: Emma McIntyre / GettyImages / MovieStillsDB
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