Dimenticate Wolverine, Hugh Jackman è irriconoscibile nei panni di… Robin Hood! [FOTO]

Per il pubblico di tutto il mondo Hugh Jackman è, da oltre vent’anni, il volto definitivo di Wolverine: un’icona assoluta del cinema supereroistico, tornata di recente anche in Deadpool & Wolverine a conferma di un legame ormai indissolubile con l’immaginario Marvel. Artigli, giacca di pelle e carisma animalesco sono diventati parte integrante della sua figura sullo schermo. Eppure, ora, l’attore australiano è pronto a sorprendere ancora una volta, lasciandosi alle spalle Logan per incarnare un altro eroe leggendario della cultura popolare, in una forma però completamente diversa da quella a cui siamo abituati.

Jackman sarà infatti il protagonista di The Death of Robin Hood, nuovo film prodotto da A24 e diretto da Michael Sarnoski (regista di Pig e A Quiet Place: Day One) in arrivo nelle sale nel 2026. Le prime immagini ufficiali condivise da Entertainment Weekly lo mostrano irriconoscibile: barba lunga e incolta, capelli spettinati, volto segnato e uno sguardo stanco, lontanissimo dal fascino romantico o avventuroso delle incarnazioni classiche del celebre arciere di Sherwood. Questo Robin Hood non è un simbolo, ma un uomo alla fine della sua vita, costretto a confrontarsi con il proprio passato e con il mito che è nato intorno al suo nome. Vi ricorda qualche altro film? E perché proprio Logan?

A spiegare il cuore del progetto è lo stesso Jackman, che ha raccontato cosa lo ha colpito della sceneggiatura di Sarnoski: «Quello che amo così tanto della visione di Mike su Robin Hood è che la sceneggiatura sprigionava potenza, ed esamina come il potere possa essere usato per il bene o per il male». Un approccio che punta tutto sull’umanità del personaggio, spogliandolo dell’aura leggendaria: «Robin Hood è un uomo reale nella nostra storia. Con tutte le cicatrici, il dolore, il rimpianto e sì, l’amore. La storia di Mike ha un peso. Per me è bella e umana».Il film non racconta l’ascesa dell’eroe, ma il suo tramonto. Il titolo è esplicito e riflette l’idea centrale del regista: Robin è sopravvissuto abbastanza a lungo da vedere la propria vita diventare leggenda: «Era questo fuorilegge assassino che ha fatto molte cose terribili, ed era in qualche modo mostruoso. Ma è vissuto abbastanza a lungo da vedere questo folklore crearsi intorno a lui. Sta cercando di capire cosa prova a riguardo, all’essere rappresentato come un eroe quando sa cosa è stato davvero».

Girato tra le montagne e le coste dell’Irlanda del Nord, spesso in condizioni climatiche estreme, The Death of Robin Hood promette un realismo sporco e fisico. Sarnoski ha chiarito che non si tratta di un classico film d’azione, anche se l’intensità sarà centrale: «Probabilmente è più intenso di quanto vi aspettate». E aggiunge: «Arriva quasi a dare la sensazione di un film di guerra. Combattere a quei tempi era brutale; non erano persone che danzavano e facevano scherma. Erano persone nel fango che cercavano di spaccarsi la testa a vicenda con una pala».

Accanto a Jackman troviamo Bill Skarsgård, nei panni di «una versione di Little John», legato a Robin da un passato fatto di violenza e addestramento: il protagonista aveva infatti «una sorta di piccolo esercito di bambini soldato» e faceva da mentore al suo personaggio, che ritrova anni dopo «con comprensioni molto diverse delle vite che hanno vissuto». Jodie Comer interpreta invece un personaggio originale e misterioso, non Lady Marian, che «introduce Robin a un altro lato della vita», portando nel racconto una dimensione più intima e sensibile.

Girato per la prima volta da Sarnoski in pellicola 35mm, il film punta a catturare il peso del mito attraverso corpi, volti e paesaggi reali. E se Wolverine resta una leggenda del cinema moderno, questo nuovo Robin Hood promette di mostrare Hugh Jackman come non lo abbiamo mai visto prima.

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Fonte: EW

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