Meta, Google e Microsoft investono cifre record nellAI, ed è solo linizio

Le aziende tecnologiche stanno portando avanti piani di investimento sempre più ambiziosi, partendo dal presupposto che la domanda di intelligenza artificiale continuerà a crescere. Ma alcuni analisti cominciano a sollevare dubbi, sostenendo che il mercato dell’AI potrebbe essere una bolla destinata a scoppiare.

Le preoccupazioni sono alimentate dagli annunci di progetti di data center da miliardi di dollari, distribuiti su più anni e con investimenti scaglionati. Lo scorso mese Nvidia ha dichiarato che investirà “fino a 100 miliardi di dollari” in OpenAI, a condizione che l’azienda sviluppatrice di ChatGPT costruisca e metta in funzione almeno 10 gigawatt di data center per l’AI basati sui suoi chip.

Nel frattempo, OpenAI ha annunciato l’intenzione di sviluppare 30 gigawatt di capacità di calcolo, per un valore complessivo di 1,4 trilioni di dollari.

Microsoft ha già stanziato 13 miliardi di dollari per OpenAI e continua a utilizzare i modelli più avanzati dell’azienda, ma in questo trimestre ha registrato un calo di 3,1 miliardi di dollari negli utili netti a causa delle perdite legate a quell’investimento. La società ha spiegato che la natura continua della partnership con OpenAI comporterà una maggiore volatilità finanziaria. Da ora in avanti, ha precisato Amy Hood, Microsoft escluderà gli effetti di quell’investimento dalle proprie previsioni economiche.

L’amministratore delegato Satya Nadella ha spiegato agli analisti che ci sono due aspetti “critici” nel modo in cui l’azienda gestisce le spese in conto capitale. Il primo è che Microsoft sta lavorando per rendere la propria rete di data center più flessibile e modulare, così da poterla adattare con facilità alle esigenze future dei clienti. Il secondo è l’impegno a modernizzare costantemente la propria infrastruttura.

“Non è che compriamo una sola versione delle GPU Nvidia e la usiamo per tutti i nostri gigawatt”, ha spiegato Nadella. “Ogni anno acquistiamo nuovi modelli, seguiamo la legge di Moore, aggiorniamo e ammortizziamo continuamente, e usiamo il software per migliorare l’efficienza complessiva”.

Secondo Mark Moerdler, analista senior di Bernstein specializzato in software, Microsoft sta aumentando gradualmente la propria capacità e può ridistribuire le risorse nel tempo, una strategia che le garantisce un buon margine di sicurezza. Ma ha aggiunto: “Esiste davvero una bolla dell’AI? Forse sì – e su questo, per ora, non hanno dato risposta”.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

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