Spesso etichettati semplicemente come “energivori”, i data center rappresentano molto di più per l’Italia e la sua economia. L’emergere o l’espansione di questi hub, che ospitano infrastrutture IT critiche per la digitalizzazione del business, conferma (in)direttamente diversi segnali positivi che spaziano dal potenziamento dalla connettività alla crescita del mercato dell’artificial intelligence, dagli impegni dei fornitori cloud e degli operatori alla più ampia trasformazione digitale della società.
Come confermano i dati più recenti dell’Osservatorio Data Center del Polimi, gli investimenti continuano a crescere: “5 miliardi di euro sono già stati spesi nel biennio 2023–2024 per la costruzione, l’approntamento e il riempimento di server IT di nuove infrastrutture Data Center, mentre ulteriori 10,1 miliardi sono previsti per il biennio 2025-2026”. Inoltre, si profilano all’orizzonte aperture oltre il 2026 e quindi un ulteriore boost al giro d’affari della filiera infrastrutturale italiana.
Buone notizie insomma ma, in un mondo complesso anche i data center hanno qualche sfida da affrontare.
Una di queste è rappresentata dalle condizioni meteorologiche imprevedibili e/o estreme, che impattano sia sulla costruzione che sulle operazioni in corso dove il servizio ininterrotto è cruciale per fornire servizi essenziali ai cittadini. Sebbene i rischi possano sembrare più urgenti in regioni come l’Asia-Pacifico, minacce come incendi, alluvioni ed eventi climatici violenti sono globali e riguardano anche l’Europa.
Un Problema Globale
Come indicava una recente analisi sul tema, tra quelli a maggior rischio entro il 2050 rientrano anche alcuni siti in Europa, in città come Amburgo o regioni come Hovedstaden. Miglioramento della resilienza, riduzione dei rischi e un contenimento dell’aumento dei costi assicurativi saranno necessari, pena assistere a una crescita, fino a quattro volte, delle spese per le coperture.
Un data center, nell’immaginario comune, è una cattedrale dell’innovazione che ospita server, dispositivi di archiviazione e apparati di rete ma rientrano tra i suoi asset fondamentali – sebbene meno d’appeal- anche cavi, tubi, condotte, quadri elettrici, generatori e trasformatori. Le apparecchiature elettriche ed elettroniche sono ad esempio collegate e alimentate tramite fibre ottiche e cavi che entrano nel sottosuolo.
Per proteggere queste risorse strutturali, Roxtec—fondata nel 1990 a Karlskrona, in Svezia, e oggi presente a livello globale—offre la sua competenza in soluzioni di sigillatura per un’ampia gamma di applicazioni.
Uno dei fattori chiave della crescita dell’azienda è l’invenzione del Multidiameter™, una soluzione che semplifica la sigillatura degli ingressi di cavi e tubi grazie a moduli adattabili con strati rimovibili, offrendo una flessibilità eccezionale.


