Colpi di scena, salti temporali e rivelazioni che fanno dubitare persino della realtà stessa: non c’è niente come un buon thriller psicologico, soprattutto se mescolato con atmosfere fantascientifiche. Eppure, non sono molti i film appartenenti a questo genere che riescono a raggiungere un buon grado di successo presso il grande pubblico. La maggior parte di essi, infatti, viene prodotta nel circuito indipendente e gode spesso di scarsa diffusione, anche quando riesce a conquistare il cuore della critica.
Un esempio perfetto di questa categoria di film è Coherence – Oltre lo spazio tempo, thriller fantascientifico del 2013 diretto da James Ward Byrkit, che sfrutta le teorie del multiverso e della decoerenza quantistica. Nonostante le recensioni largamente positive, l’opera ha riscosso risultati assai limitati al box office mondiale (poco più di 130.000 dollari). Tuttavia, se consideriamo in che condizioni è stato girato e qual era l’ambizione del regista, questa cifra risicata assume una valenza del tutto differente.
Ma di cosa parla Coherence? In realtà, per mantenere il più possibile l’effetto sorpresa, sarebbe bene approcciarsi alla visione senza sapere nulla della trama. L’assunto di partenza è molto semplice: otto amici – Hugh, Beth, Emily, Kevin, Amir, Laurie, Mike e Lee – si ritrovano insieme per una cena in compagnia. Quella che sembra una normale reunion tra conoscenti di vecchia data si trasforma però in un dramma quando una serie di strani eventi inizia a verificarsi. I personaggi, infatti, si rendono conto che la loro festicciola cade esattamente nella stessa notte in cui una rarissima cometa passerà a distanza molto ravvicinata dalla Terra. Potrebbe essere questa la spiegazione degli strani fatti che avvengono durante la serata?
Tra realtà alternative, misteriosi fenomeni e anomalie astronomiche, Coherence è un vero e proprio trip cervellotico perfetto sia per i fan del thriller, che adorano assaporare la tensione e la suspense, sia per chi preferisce un tocco di sci-fi. In particolare, potrà essere apprezzato da chi apprezza storie basate sull’atmosfera e non sull’azione rocambolesca: è infatti lento, claustrofobico, costruito attorno alla psicologia e alle relazioni tra i personaggi, pur senza rinunciare ai colpi di scena tipici del genere.
Ciò che rende quest’opera degna di stare accanto ai grandi classici del filone è però il suo backgroud produttivo. Coherence, infatti, è stato realizzato con appena 50.000 dollari e quasi interamente improvvisato. James Ward Byrkit ha scelto per i suoi protagonisti degli amici o dei colleghi che aveva conosciuto durante ingaggi precedenti, tutti poco noti, e una volta sul set ha fornito loro soltanto un breve soggetto di 12 pagine che conteneva la descrizione dei loro personaggi, il loro rapporto con gli altri presenti in scena, il loro obiettivo e alcuni dettagli nascosti del loro carattere o della loro personalità. Senza una vera e propria sceneggiatura, il regista ha chiesto a tutti di improvvisare, intervenendo soltanto per guidare i punti più salienti della trama.
Inoltre, questo approccio non ha riguardato soltanto il cast, ma persino la crew: oltre a Byrkit, sul set – allestito nell’abitazione del regista – c’erano soltanto il direttore della fotografia Nic Sadler e un paio di tecnici del suono. Insomma, considerate queste premesse è davvero un miracolo che Coherence abbia raggiunto una qualità tale da rivaleggiare con titoli dal budget molto più cospicuo: benché gli elementi di partenza siano molto semplici, riesce infatti a stupire per la capacità di costruire tensione, disorientamento e momenti decisamente mozzafiato. Non a caso, diversi spettatori lo hanno definito un piccolo gioiello “mind-bender” in grado di tenerti sveglio tutta la notte! La dimostrazione che, a volte, le migliori idee arrivano dal nulla.
Fonte: CBR
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