Usare la matematica per collegare intelligenza artificiale e umana

Ciò che sta tra intelligenza artificiale e intelligenza umana è spesso un senso di contrapposizione. Con il matematico Alfio Quarteroni si parla invece di complementarietà nella terza puntata del Grande Giove, registrata live dal Wired Next Fest Trentino 2025, si esplorano tutte le opportunità che questo nuovo approccio alla convivenza tra persone e tecnologie presenta.

Professore Emerito al Politecnico di Milano e all’Epfl di Losanna, questo ospite porta nel video podcast una visione dell’intelligenza artificiale misurata ed equilibrata, non la giudica ma ne allarga gli orizzonti, senza però segnarne i confini, però. Anzi, lui stesso ammette che sarebbe inutile e insensato farlo, dato che gli sviluppi di questa tecnologia sono sempre più imprevedibili e impensabili. Questo vale anche e soprattutto con l’intelligenza artificiale generale, quella che permetterebbe alle macchine di portare a termine più compiti diversi e contemporaneamente. “A quanto emerso finora, siamo ben lontani da questo tipo di risultato, ma questo non vuol dire che non lo raggiungeremo mai” spiega Quarteroni. Questo non sapere non sembra preoccuparlo per nulla, anzi: non vedendo l’ai come una nemica né come la soluzione per tutto e tutti, attraverso i suoi occhi né si possono cogliere più serenamente i vantaggi e come farli anche propri.

Nata per essere empatica, non infallibile

Per quanto riguarda la sua capacità creazione, secondo Quarteroni con l’ai generativa si va oltre all’interpolazione di dati. “Sanno stupirci” spiega, citando premi Nobel assegnati a chi ha saputo usare l’ai per scoprire nuove proteine e compiere altri progressi. “Ha la capacità di estrapolare e andare al di là dei dati usati per il suo addestramento” racconta, regalando il segreto per non convincersi che questi strumenti pensino come noi: la formazione. “Se uso uno strumento ai devo sapere che non c’è nulla al di là dello schermo, nonostante sia creato per dare un senso di empatia. Non bisogna farsi tentare dal pensiero che qualcuno ci stia ascoltando – spiega – Se lo credo è un problema di fragilità mio e può farci commettere errori pazzeschi. Per esempio spingerci a chiedere consigli se si sta male. L’algoritmo che sta dietro non è fatto per non sbagliare ma per compiacere. È un rischio”.

Dire “per favore” o “grazie” a un chatbot ai è però solo un segno di gentilezza e non per forza di ingenuità, gli inganni gravi sono altri ed è meglio focalizzarsi sulle vere sfide. Per esempio il fatto che alcune intelligenze artificiali possano essere state addestrate per ingannarci, o seguono altre regole e valori rispetto ai nostri. “Non c’è una sola teoria alla base dei valori che si trasmettono con le tecnologie. Anche gli stessi esseri umani non sempre hanno gli stessi come riferimento” spiega Quarteroni, lasciando a fine puntata tante domande aperte. Chi addestra questi modelli? Con che dati? A che costo, anche dal punto di vista ambientale? Forse l’ai anche in questo ci stupirà. Staremo a vedere e sentire.

Grande Giove è una serie videopodcast su tecnologia, scienza e innovazione, powered by Wired. Ai microfoni Daniele Ciciarello e Matteo Imperiale. Alla produzione Ludovico Casalone e Federico Meneghini. Il coordinamento editoriale è di Tommaso Perrone e Riccardo Saporiti. In redazione: Marta Abbà, Samantha Colombo e Nicholas David Altea. Supporto YouTube: Martina Bellet. In segreteria: Elena Lotto.

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