E questo vale soprattutto se, come si teme, in futuro AI Mode non sarà più soltanto una sezione di Google, ma diventerà l’unica modalità di utilizzo del motore di ricerca. “Con l’introduzione di AI Mode, Google sta di fatto cercando di stravolgere il suo modello di business tradizionale prima che lo faccia qualche nuovo rivale”, scrive invece il New York Times.
Che fine faranno i siti?
È una rivoluzione che rischia di cancellare il “patto” che ha dato forma al web per come lo conosciamo: Google utilizza i contenuti prodotti dalle testate online per guadagnare, ma in cambio indirizza verso di loro enormi quantità di utenti. Con AI Mode, Google si limita invece a utilizzare i contenuti delle testate online (sfruttati dall’intelligenza artificiale per generare le risposte) senza più dare in cambio nulla.
Se si considera che, secondo le stime, il 68% delle attività online parte dai motori di ricerca e che Google detiene il 90% di questo mercato, si capisce che l’impatto per le testate online (e i blog di cucina o di viaggi, i siti di recensioni di prodotti, ecc.) rischia di essere devastante. “Se AI Mode diventasse la modalità di ricerca base, comprometterebbe gravemente la principale fonte di guadagni della maggior parte degli editori online, oltre a disincentivare la creazione di contenuti da parte dei milioni di siti web che fanno affidamento sul traffico proveniente dai motori di ricerca”, ha spiegato Lily Ray, vicepresidente della società di ricerca Amsive.
I dati confermano questi timori: si stima che oggi il 60% delle ricerche avvenga in modalità “zero-click” (ovvero senza cliccare su nessun link) e che il numero di click provenienti da Google sia già calato di oltre il 30%, poiché gli utenti si accontentano delle risposte fornite dall’intelligenza artificiale. Anche una recente ricerca condotta da Ahrefs conferma questi numeri, stimando una riduzione dei click verso le pagine più visitate pari al 35%.
L’avvento del machine web
Che cosa succederebbe se gli scenari peggiori si verificassero? Se giornalisti, comunicatori, blogger, divulgatori, creator, appassionati, hobbisti e tutte le altre figure che hanno contribuito a popolare di contenuti il web vedessero crollare le visite alle loro pagine web e di conseguenza i click sulle pubblicità che, in molti casi, rappresentano la principale fonte d’introiti?