YouTube offre una seconda chance ai creator bannati

Google ha deciso che alcuni creator banditi dalla piattaforma potranno tornare su YouTube, alzare la tenda e ricominciare da capo. Con qualche condizione, ovviamente, perché le porte dell’inferno si aprono solo a chi si è pentito abbastanza e ha aspettato il tempo giusto.

I creator bannati potranno tornare su YouTube: ecco come

Fino a poco fa, essere bannati da YouTube era una condanna senza appello. Canale chiuso, video spariti, entrate azzerate. Le alternative per fare soldi con i video praticamente non esistevano. Ora, invece, la piattaforma introduce il programma della “seconda possibilità”, che suona romantico ma ha più clausole di un contratto assicurativo.

Chi pensa di poter tornare su YouTube un mese dopo essere stato cacciato, niente da fare. Il programma di reinserimento prevede un periodo di attesa minimo di un anno. Dodici mesi per riflettere sui propri errori, lavorare su sé stessi, magari trovare un altro lavoro e capire se davvero si vuole tornare a combattere con l’algoritmo. Durante questo periodo, non si può fare nulla. Nessun ricorso aggiuntivo, nessuna supplica, nessun nuovo canale. Si deve semplicemente aspettare, mentre gli altri creator sfornano contenuti e guadagnano.

YouTube valuterà caso per caso chi può tornare e chi no. I criteri includono la gravità della violazione, il potenziale danno causato dentro e fuori dalla piattaforma e quanto persistente sia stato il comportamento scorretto.

Ma c’è un’eccezione… Chi è stato bannato per violazione di copyright, può scordarsi la seconda possibilità. Google è disposta a perdonare molte cose, ma toccare i diritti d’autore equivale a bestemmiare in chiesa. Lì non c’è redenzione che tenga.

Ripartire da zero (letteralmente)

Chi viene riammesso, non ritrova il vecchio canale con gli iscritti, le visualizzazioni e tutto il resto. No, deve ripartire da zero. Un nuovo canale, nessun iscritto, e tanto… tanto lavoro da fare. È come tornare al punto di partenza del Monopoli dopo aver girato tutto il tabellone.

Si dovrà ricostruire la proprio presenza da capo, far crescere il canale fino a raggiungere i requisiti per la monetizzazione e sperare che l’algoritmo sorrida di nuovo. È un’umiliazione programmata, un modo per far capire che la seconda possibilità non è un regalo ma una concessione che ci si deve guadagnare sudando.

Il ricorso resta

Il programma della seconda possibilità non sostituisce il sistema di ricorso tradizionale. Se si fa ricorso e viene accolto, il canale torna esattamente com’era prima del ban: iscritti, video, monetizzazione, tutto al suo posto. È la riabilitazione completa. La seconda possibilità, invece, è per chi ha fatto ricorso e ha perso. È il piano B, del piano B.

Fase di test

Al momento, il programma è in fase sperimentale. Non tutti i creator banditi vedranno l’opzione “richiedi un nuovo canale” quando accedono a YouTube Studio dal desktop. Solo alcuni fortunati avranno questa possibilità. Google sta testando il sistema per capire se funziona, se i creator che tornano rispettano le regole o se approfittano della clemenza per ricominciare a violare le policy.

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