Gli utenti iPhone potrebbero essere stati ascoltati a loro insaputa mentre parlavano con Siri. Il Parquet di Parigi ha aperto un’indagine su Apple, accusata di aver registrato e fatto ascoltare migliaia di conversazioni private tra utenti e l’assistente vocale. La denuncia arriva da un ex dipendente di un subappaltatore Apple.
Siri registrava le conversazioni private? Apple sotto inchiesta
Thomas Le Bonniec lavorava in Irlanda per un subappaltatore di Apple con un compito particolare: ascoltare migliaia di conversazioni private tra utenti e Siri per “perfezionare il servizio“. Un lavoro che consiste letteralmente nello spiare le persone mentre parlano con quello che credono essere un assistente discreto.
È chiaro che molti utenti “si lasciano andare” quando conversano con un assistente vocale, presumendo che nessun altro ascolti quello che dicono. Alcuni registrazioni permetterebbero persino di identificare gli utenti, trasformando quello che dovrebbe essere un servizio anonimo in un potenziale archivio di dati personali sensibili.
Le Bonniec ha segnalato la questione alla Ligue des Droits de l’Homme, che ha depositato denuncia a febbraio. Il ricorso è collettivo, il che significa che ogni utente di Siri può associarsi alla causa. Una prospettiva che potrebbe trasformare il caso in un incubo legale per Apple se l’indagine dovesse confermare le accuse.
Apple nega, ma ha già pagato in passato
Ovviamente Apple è presunta innocente finché la giustizia non si pronuncia. L’indagine dovrà stabilire se ci sono stati effettivamente ascolti non autorizzati su Siri, se le registrazioni sono state conservate, da quando, e chi vi ha avuto accesso. Apple ha sempre sostenuto di essere estremamente attenta sulla sicurezza, che elabora il più possibile i dati localmente sul dispositivo e che accede ai server solo per informazioni strettamente necessarie.
La società precisa che alcuni registrazioni possono essere conservate, ma solo se l’utente acconsente esplicitamente all’uso dei propri dati per migliorare Siri. E aggiunge che solo lo 0,2% delle trascrizioni delle richieste Siri sono state elaborate e conservate, che questi dati non permettono di identificare gli utenti, e che dal 2019 la partecipazione al programma di miglioramento è opzionale e disattivata per impostazione predefinita.
Peccato che qualche mese fa Apple abbia sborsato 95 milioni di dollari negli Stati Uniti per chiudere una causa giudiziaria simile. Pur negando qualsiasi atto illecito, ha preferito pagare. Una strategia che solleva inevitabilmente delle domande. Se non c’era nulla di sbagliato, perché pagare una cifra così elevata?
L’indagine francese potrebbe stabilire un precedente importante. Se dovesse venire fuori che Apple ha effettivamente ascoltato gli utenti senza il loro consenso chiaro ed esplicito, le conseguenze potrebbero andare ben oltre una multa. La fiducia degli utenti, quel capitale intangibile che vale più di qualsiasi cifra, andrebbe a farsi benedire.