Windows 11 è lento? Tutta colpa di queste due funzioni

Dopo anni passati a dipingere Windows come un capolavoro di efficienza e fluidità, Microsoft ha ammesso che alcune sue funzioni rallentano il PC. La “confessione” è arrivata in sordina, nascosta in un articolo di supporto tecnico dal tono neutro, come se fosse una scoperta tecnica e non qualcosa che gli utenti lamentano da anni.

Microsoft ammette: OneDrive e gli effetti visivi rallentano Windows 11

Il primo colpevole è OneDrive, il servizio di sincronizzazione cloud che Microsoft tiene attivo di default perché “importante”. L’azienda spiega che sincronizzare i file consente di accedervi da qualsiasi dispositivo e garantisce un backup automatico nel caso il PC decida di lasciarci a piedi… Tutto bellissimo sulla carta, peccato che questa sincronizzazione costante può trasformare un computer funzionante in una lumaca.

Microsoft suggerisce di mettere in pausa temporaneamente la sincronizzazione per vedere se le prestazioni migliorano. La nuova app di OneDrive riprogettata dovrebbe risolvere il problema, ma finché non arriva gli utenti possono fare ben poco, a parte disattivarla.

Il secondo indiziato sono gli effetti visivi di Windows 11: animazioni, ombre, trasparenze e tutto quel repertorio di abbellimenti grafici che rendono il sistema operativo più piacevole alla vista, ma anche più lento. Microsoft lo ammette candidamente, sottolineando che su PC con poca RAM questi effetti possono essere particolarmente pesanti.

Per disabilitare questi fronzoli grafici basta digitare “prestazioni” nella ricerca di Windows e selezionare “Regola l’aspetto e le prestazioni di Windows”. Nella finestra che si apre, l’opzione “Regola per ottenere le migliori prestazioni” elimina tutti gli effetti in un colpo solo, restituendo un’interfaccia che sembra uscita dagli anni Novanta ma almeno funziona senza intoppi.

I consigli che tutti già conoscevano

Il resto delle raccomandazioni Microsoft rientra nella categoria “grazie, ci eravamo arrivati da soli”. Aggiornare regolarmente sistema operativo e driver, riavviare il PC, verificare lo spazio su disco, controllare malware e virus. Suggerimenti talmente ovvi che persino chi usa il computer solo per guardare ricette online probabilmente li conosce già.

C’è anche il riferimento a ReadyBoost, la funzione che permetteva di usare chiavette USB o schede SD come cache per migliorare le prestazioni. Peccato che Windows 11 non la supporti più. La gestione del file di paging è un’altra possibilità per spremere qualche prestazione extra, ma richiede una comprensione tecnica che l’utente medio non possiede.

Le prestazioni promesse (e quelle reali)

Microsoft continua a promettere miglioramenti con ogni nuovo aggiornamento. Windows 11 24H2 doveva essere più veloce di Windows 10 22H2, e i test hanno effettivamente mostrato differenze significative. Ora arriva Windows 11 25H2 con ulteriori promesse di prestazioni migliorate. Nel frattempo, gli utenti devono convivere con un sistema che per impostazione predefinita sincronizza continuamente file nel cloud e spreca risorse in animazioni che nessuno ha chiesto.

Microsoft conosce perfettamente questi problemi, basterebbe disabilitare OneDrive o ridurre gli effetti visivi, ma poi sarebbe come ammettere che l’esperienza predefinita non è ottimale.

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