un dipendente di Netflix smentisce un’informazione

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Baby Reindeer può essere considerata una delle serie tv rivelazione di quest’anno. Arrivata ad aprile su Netflix ha conquistato pian piano un pubblico sempre più vasto.

La storia seguiva un comico in difficoltà, che cominciava a essere vittima di una stalker di nome Martha. Ben presto questa vicenda riapriva in lui delle vecchie ferite che lo spingevano ad affrontare una violenza, di cui era stato vittima in passato. Baby Reindeer ha fatto impazzire persino il re dell’horror: Stephen King ha condiviso con i suoi seguaci, infatti, una recensione piena di entusiasmo. La vicenda della serie però era ispirata a un’agghiacciante storia vera, che il creatore dello show ha vissuto in prima persona. Quando gli spettatori sono riusciti a scoprire la vera identità della donna che ha ispirato il personaggio di Martha in Baby Reindeer, la vicenda ha assunto dei contorni sempre più complicati.

Fiona Harvey ha deciso di denunciare Netflix per averle rovinato la vita, distribuendo Baby Reindeer. Ora un rappresentante di Netflix ha (in parte) dato ragione alla donna.

Entertainment Weekly ha fatto sapere che Michael King, il direttore senior delle politiche pubbliche per Netflix nel Regno Unito, ha inviato una lettera al presidente del Comitato per la cultura, i media e lo sport del Parlamento britannico. Nella missiva l’uomo ha corretto il tiro in merito a un fatto che è stato riportato all’interno di Baby Reindeer. Si legge che presumibilmente “la persona su cui si basa lo show, che non abbiamo mai cercato di identificare, era soggetta a un ordine del tribunale piuttosto che a una condanna per stalking nella vita reale”. Ciò suggerisce che Fiona Harvey non abbia mai trascorso del tempo in prigione per stalking, a differenza di quanto si dice in Baby Reindeer.

Anche se la serie tv potrebbe essersi in parte allontanata dai fatti reali, Michael King continua a difendere strenuamente il suo creatore. L’uomo ha scritto, infatti, nella lettera: “In risposta a una domanda sui personaggi ritratti in quella serie, ho detto che: ‘è una straordinaria storia vera… degli orribili abusi che lo scrittore e protagonista Richard Gadd ha subito per mano di uno stalker condannato’”. Intanto continua ad andare avanti la causa intentata contro Netflix dalla “vera Martha”, che sostiene che la serie abbia diffuso delle falsità sul suo conto. A giugno il legale della vera Martha aveva accusato nuovamente Netflix di aver compiuto una «scorrettezza intenzionale». In questi giorni invece è intervenuto Richard Gadd a difendere Netflix nel processo per diffamazione voluto dalla “vera” Martha. Vi terremo aggiornati su questa vicenda giudiziaria, che sicuramente continuerà a riservare innumerevoli colpi di scena in futuro.





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