SPID a pagamento: qual è la posizione di Poste Italiane?

Nel fine settimana è circolata un’indiscrezione che, se confermata, sarebbe in grado di dare il colpo di grazia a SPID: anche quello di Poste Italiane potrebbe essere reso a pagamento, chiedendo 5 euro all’anno per il suo utilizzo. In altre parole, un abbonamento da rinnovare ogni dodici mesi. Non ci sono conferme né smentite, rimaniamo in attesa di una comunicazione ufficiale in merito.

5 euro all’anno anche per lo SPID di Poste?

Aruba, InfoCert e Register.it hanno già deciso di percorrere questa strada, obbligando gli utenti a mettere mano al portafoglio per continuare a fornire il servizio non in perdita. Il motivo? Ci sono stati gravi problemi nell’erogazione dei 40 milioni di euro che il governo ha promesso alle aziende coinvolte nel progetto, proprio per far fronte alle spese operative ed è del tutto probabile che non si raggiunga alcun accordo per il futuro.

Nel caso in cui Poste Italiane annunciasse di voler fare altrettanto, la decisione andrebbe a impattare su oltre i due terzi dei cittadini che oggi utilizzano un’identità digitale. Gli ultimi dati ufficiali, risalenti ai mesi scorsi, parlano di 28,7 milioni di SPID attivati a fine 2024 (+5% rispetto a un anno prima).

Matteo Del Fante, amministratore delegato del gruppo, nel mese di aprile lo ha definito il miglior sistema di identificazione pubblica in Europa, ce lo invidiano tutti i paesi. Parole interessanti, che descrivono una visione diametralmente contrapposta a quella del governo, che invece in estate ha di fatto confermato l’addio all’iniziativa scegliendo di puntare tutto su CIE, la carta di identità elettronica.

Cosa sappiamo ora e cosa potrebbe cambiare

Per il momento, nessun allarmismo ingiustificato: lo SPID di Poste Italiane è ancora gratuito. Lo si legge sulle pagine del sito ufficiale. Si attendono comunque dichiarazioni.

Ricordiamo che il gruppo ha già fatto discutere e sollevato parecchi malumori negli anni scorsi (a fine 2021), decidendo di rendere a pagamento l’attivazione tramite l’identificazione presso l’ufficio postale, al costo di 12 euro.

Trasformare lo SPID di Poste in un servizio in abbonamento significherebbe costringere circa 30 milioni di italiani a mettere mano al portafoglio. Va poi considerato che c’è una quota non indifferente della popolazione che non ha confidenza con i pagamenti digitali e che, per far fronte alla spesa, dovrebbe necessariamente recarsi di persona allo sportello. Pensiamo ad esempio alle persone anziane.

Il colpo di grazia per il futuro di SPID?

Insomma, se per Aruba, InfoCert e Register.it abbiamo parlato di decisioni impopolari, nel caso in cui anche Poste Italiane dovesse seguire il loro esempio, ci troveremmo di fronte a uno scenario che potrebbe effettivamente assestare un duro colpo al destino di SPID.

Ad oggi ci sono 41,3 milioni di identità (dati AgID) in circolazione. Le CIE emesse hanno superato quota 55,4 milioni e il governo punta sul passaggio di consegne. Il futuro è già scritto?

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