Ennesimo giro di vite nei confronti della pirateria audiovisiva. Nel giorno in cui a catturare l’attenzione è stato il primo impiego di Piracy Shield per la TV, la Polizia Postale annuncia l’esito di quella che è stata battezzata operazione Gotha 2, seguito di quella datata novembre 2022. L’indagine condotta ha portato a sette arresti nelle città diCatania, Siracusa, Roma, Brescia e all’estero.
Gotha 2: colpo di grazia allo streaming illegale?
Sono stati sequestrati e analizzati dispositivi come computer, smartphone e server. Preso in esame anche un elevato volume di flussi finanziari
, con tutta probabilità inerente all’attività delle IPTV illegali gestite: profitti mensili stimati in milioni di euro. Ad alcune di queste erano attribuiti nomi molto simili a quelli delle piattaforme: NowTV, Unity, PlayTV, Platinum, M&S, Enjoy, Hermes, LuckyStreaming, Skynet e Goldrake.
Gli inquirenti sono riusciti a delineare quella che è definita un’organizzazione criminale con struttura gerarchica, formata dacapo, vice capo, master, admin, tecnico e reseller, distribuita sia a livello nazionale sia internazionale. Un business molto esteso, fondato sulla diffusione non autorizzata dipalinsesti live e contenuti on demand protetti da copyright. I contenuti in questione sono provenienti da Sky, DAZN, Mediaset, Amazon Prime Video e Netflix.
A coordinare l’indagine è stata la Procura Distrettuale di Catania, con il supporto del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica. L’operazione è scattata in seguito a un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo siciliano nei confronti di otto persone, una delle quali risultata irreperibile, accusate dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla diffusione illecita di palinsesti televisivi ad accesso condizionato (Pay TV), accesso abusivo a sistema informatico e frode informatica.
IPTV con guadagni illeciti per milioni di euro
Il comunicato della Polizia Postale descrive gli arrestati come esponenti di spicco dello streaming illegale italiano, tanto da poter influenzare i costi degli abbonamenti, la sospensione del servizio e la modalità di distribuzione dei dispositivi, coordinando operatori in tutto il territorio. L’infrastruttura utilizzata si componeva di server noleggiati da fornitori esteri.
A poco sono serviti i tentativi di evitare qualsiasi forma di intercettazione e di eludere i controlli, comunicando attraverso applicazioni di messaggistica crittografata, sfruttando identità fittizie e documenti falsi per l’intestazione di utenze, carte di credito e sottoscrizioni.
Gli accertamenti hanno individuato guadagni illeciti intorno ai 10 milioni di euro solo nei mesi monitorati. Si stima sia stato interessato il 70% dello streaming illegale nazionale, per un equivalente circa a 900.000 utenti. Per loro potrebbero scattare le multe.