i legali coinvolgono Pedro Pascal tra i testimoni

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Gina Carano è riuscita a ottenere il processo tanto sperato nella causa contro la Disney, e l’attrice ha espresso alcune volontà in merito

Gina Carano andrà in tribunale per la causa contro la Disney, dopo che il giudice ha recentemente respinto la mozione della Disney. La casa di produzione, infatti, aveva richiesto l’archiviazione della causa, ma il processo è stato invece approvato e programmato per il 25 settembre 2025. Gina Carano sostiene di essere stata ingiustamente licenziata dal suo ruolo di Cara Dune in The Mandalorian. Secondo THR, un documento congiunto rivelerebbe i nomi che il team legale della Carano ha come potenziali testimoni da chiamare a sostegno del caso.

Quali sono i nomi che appaiono nel documento?

A quanto pare, tra questi nomi ci sarebbe quello di Pedro Pascal, che ha guidato il cast di The Mandalorian. Ma non solo, perché figurerebbero anche quello di Jon Favreau, creatore dello show e di Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm. Nomi, questi, che fanno pensare al fatto che gli avvocati di Gina Carano sanno di avere domande rivolte a loro che potrebbero portare alla vittoria della causa.

Gina Carano, ex combattente di MMA, ha interpretato appunto Cara Dune nelle prime due stagioni di The Mandalorian. Disney e Lucasfilm si sono però allontanate dall’attrice dopo alcuni controversi post sui social di natura politica pubblicati da quest’ultima. L’attrice sostiene che, rispetto a quanto espresso anche da Pedro Pascal sui suoi social (post che l’attrice ha paragonato ai suoi) senza però conseguenze, il suo sia un caso di discriminazione di genere.

Stando a quanto afferma Gina Carano, il suo licenziamento da The Mandalorian le è costato milioni di dollari. Considerando il licenziamento, dalla sua, illegittimo e discriminante, ha fatto causa richiedendo un risarcimento di 75mila dollari di danni. Vi lasciamo con le parole esatte dell’attrice in merito.

“Dopo 3 anni e mezzo brutali, mi è stata data l’opportunità di procedere in tribunale davanti a un giudice e ai miei colleghi per riabilitare il mio nome. Sono così grata di avere questa opportunità. Quello che mi è successo è stato inaccettabile, assurdo e offensivo, tra le altre cose. Non sarebbe dovuto succedere a me, e non dovrebbe succedere mai a nessuno in futuro. Facciamo in modo che finisca qui”.





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