Black Rabbit su Netflix: il dark drama con Jude Law e Jason Bateman da non perdere

Quando Netflix lancia una nuova miniserie con protagonisti Jude Law e Jason Bateman, le aspettative non possono che essere altissime. Black Rabbit, uscita il 18 settembre 2025, sta già dividendo critica e pubblico. Con il suo mix di dramma familiare, tensione psicologica e l’affascinante ma minaccioso scenario della nightlife newyorkese, questa serie in 8 episodi si candida tra le visioni imperdibili della stagione autunnale.

Di cosa parla Black Rabbit?

La serie ruota intorno al legame tormentato tra due fratelli:

  • Jake Friedken (Jude Law), ristoratore di successo e proprietario di un locale alla moda di New York, e

  • Vince Friedken (Jason Bateman), il fratello problematico che ricompare improvvisamente dopo anni di assenza.

Jake ha costruito il proprio impero su disciplina e ambizione, ma il ritorno di Vince fa riemergere vecchie ferite. Con lui arrivano debiti, amicizie pericolose e un mondo criminale che minaccia non solo l’attività di Jake, ma anche la sua vita privata. Il ristorante “Black Rabbit” diventa così il palcoscenico di scontri tra lealtà, tradimento e sopravvivenza.

Un cast e una regia di livello

Il cast da solo rende la serie un appuntamento da non perdere:

  • Jude Law interpreta un Jake elegante ma pieno di fragilità.

  • Jason Bateman, anche produttore esecutivo, dirige i primi due episodi e veste i panni del caotico Vince con grande intensità.

  • Tra i volti secondari spiccano Cleopatra Coleman (Estelle), Ṣọpẹ́ Dìrísù (Wes) e il premio Oscar Troy Kotsur (Joe Mancuso).

Alla regia, oltre a Bateman, troviamo Laura Linney, Ben Semanoff e Justin Kurzel, ciascuno con un tocco stilistico distintivo.

Perché la critica è divisa

Le prime recensioni sono contrastanti. Su Rotten Tomatoes la serie si aggira intorno al 65% di valutazioni positive, mentre su Metacritic i giudizi sono “generalmente favorevoli”.

  • Punti di forza: le interpretazioni di Law e Bateman, la fotografia suggestiva e i temi forti legati a colpa, famiglia e ambizione.

  • Critiche: un tono molto cupo e costante, qualche prevedibilità nello sviluppo narrativo e personaggi che non sempre risultano facili da amare.

Il Guardian ha sottolineato la difficoltà di empatizzare con i protagonisti, mentre altri media hanno lodato l’impatto emotivo e lo stile visivo della serie.

Temi e stile

Black Rabbit non è il classico crime drama. La serie affronta:

  • il conflitto tra lealtà familiare e ambizione personale,

  • i temi di dipendenza, debito e redenzione,

  • il contrasto tra la superficiale brillantezza della vita notturna di New York e i suoi lati oscuri.

A livello visivo, la serie alterna club illuminati al neon, cucine di lusso e atmosfere urbane cupe, richiamando titoli come Ozark o The Bear, ma con una cifra personale.

Vale la pena guardarlo?

Se ami i thriller psicologici e le storie guidate dai personaggi, Black Rabbit è la scelta giusta da inserire nella tua lista Netflix. Le 8 puntate compatte permettono un binge-watching rapido, anche se il peso emotivo della storia si fa sentire.

Consigliato a chi ha amato: Ozark, The Night Of, The Bear.
Sconsigliato a chi cerca: drammi leggeri o action veloci e adrenalinici.

Conclusioni

Black Rabbit non è una serie perfetta, ma è televisione ambiziosa. Con due protagonisti di livello assoluto, un’atmosfera magnetica e tematiche profonde legate alla famiglia e alla sopravvivenza, è il tipo di produzione che Netflix punta a trasformare in fenomeno culturale. Ti piacerà o ti lascerà indifferente, ma difficilmente passerà inosservata.

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