Bulk, la recensione del film di Ben Wheatley

Bulk, la recensione del film di Ben Wheatley

Ben Wheatley, regista britannico noto per la sua versatilità e il suo stile eclettico, torna a stupire conBulk, un midnight movie, film che segna un ritorno alle sue radici più sperimentali. Dopo aver spaziato tra generi diversi, dal survival horror al blockbuster, Wheatley ha presentatoBlur in anteprima alla 78a edizione dell’Edinburgh International Film Festival, un’esperienza cinematografica unica e provocatoria. Il film si propone come un mix esplosivo di azione, fantascienza e romanticismo, con uno sguardo che sovverte le convenzioni e confonde i confini tra i generi, come da tradizione del regista.

Un intrico narrativo

Bulk narra la storia di Corey Harlan, un giornalista freelance con un passato traumatico, che viene coinvolto in una missione interdimensionale per salvare uno scienziato scomparso. La trama, che ruota attorno a una realtà alterata da un esperimento scientifico fallito, si sviluppa in un susseguirsi di eventi surreali e sequenze visivamente stimolanti. L’espediente narrativo del multiverso, pur essendo un tema ricorrente nel cinema contemporaneo, viene affrontato da Wheatley con un approccio originale e spiazzante, che mira a destabilizzare lo spettatore e a sfidare le sue aspettative.

Uno stile visivo inconfondibile

Il film si distingue per il suo stile visivo audace e sperimentale. L’uso del bianco e nero, il formato 4:3 e il montaggio frenetico contribuiscono a creare un’atmosfera onirica e inquietante. Wheatley gioca con le immagini e i suoni, creando un’esperienza sensoriale intensa e coinvolgente. L’omaggio al cinema degli effetti speciali delle origini, da Georges Méliès a Ray Harryhausen, è evidente nella cura e nell’attenzione ai dettagli visivi, che conferiscono al film un fascino retrò e artigianale.

Un’opera divisiva

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Bulk è un film che non lascia indifferenti. La sua natura frammentata e la sua estetica volutamente caotica potrebbero disorientare e infastidire alcuni spettatori, mentre altri potrebbero apprezzare la sua originalità e la sua capacità di sorprendere. Il film si rivolge a un pubblico disposto a lasciarsi trasportare in un viaggio allucinato e a mettere in discussione le proprie certezze.

Tra luci e ombre: un bilancio

In definitiva, Bulk è un’opera che riflette la personalità eclettica e provocatoria di Ben Wheatley. Un film che si inserisce nella linea più personale del regista, quella che guarda al cinema come esperienza sensoriale, notturna e sovversiva, pensata per un pubblico disposto a lasciarsi trascinare nel caos controllato del suo sguardo.

Cosa mi è piaciuto:

  • L’originalità dello stile visivo, con l’uso del bianco e nero e del formato 4:3.
  • L’omaggio al cinema degli effetti speciali delle origini.
  • L’audacia nel sperimentare con la narrazione e nel sovvertire le convenzioni del genere.

Cosa si sarebbe potuto fare meglio:

  • Rendere la trama più coerente e accessibile.
  • Trovare un equilibrio tra l’elemento sperimentale e la fruibilità del film.
  • Evitare di indulgere in un’eccessiva auto-referenzialità.

Verdetto finale

Bulk è un film che non può essere facilmente etichettato o giudicato. Un’opera che richiede una visione aperta e disponibile a lasciarsi sorprendere. Pur non essendo un capolavoro, il film merita di essere visto per la sua originalità e per la sua capacità di stimolare la riflessione sul cinema e sulla realtà.

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