Sorry, Baby, la recensione del film di Eva Victor

Sorry, Baby, la recensione del film di Eva Victor

Eva Victor, astro nascente del cinema indipendente americano, si fa conoscere al grande pubblico con cortometraggi comici online, per poi affrontare temi complessi e profondi con il suo lungometraggio d’esordio Sorry, Baby. Nel film, che è stato proiettato durante la 78a edizione dell’Edinburgh International Film Festival, Victor non solo dirige e scrive, ma interpreta anche Agnes, una professoressa universitaria che cerca di ricostruire la propria vita dopo un evento traumatico. Con uno stile unico, Victor riesce a bilanciare umorismo e dramma, offrendo uno sguardo toccante e irriverente sulla resilienza e la forza dell’amicizia. Il film arriverà inItaliaconI Wonder Pictures.

Un’amicizia indissolubile: l’ancora in un mare di dubbi

Il fulcro emotivo di Sorry, Baby risiede nella profondità e autenticità dell’amicizia tra Agnes e Lydie, interpretata con una sensibilità luminosa da Naomi Ackie. La loro chimica sullo schermo è palpabile, trasmettendo un legame intessuto di affetto, umorismo e una comprensione reciproca che trascende le parole. Lydie incarna l’amica ideale, un punto di riferimento costante, una spalla su cui riversare il peso del dolore e una fonte inesauribile di supporto incondizionato. Il film esplora la complessità e la resilienza del loro legame, dimostrando come l’amicizia possa fungere da ancora di salvezza nei momenti più oscuri, offrendo un porto sicuro in un mare di incertezze e paure. Attraverso gesti semplici ma significativi, sguardi complici e dialoghi intimi, Victor dipinge un ritratto vivido di un’amicizia capace di superare le prove più difficili, un legame che si rafforza di fronte alle avversità.

Frammenti di vita: un puzzle temporale per ricostruire il passato

La narrazione di Sorry, Babyè particolare: non segue un ordine cronologico lineare, ma preferisce un racconto più frammentato e suggestivo. Il film si muove agilmente avanti e indietro nel tempo, rivelando gradualmente gli eventi che hanno plasmato la vita di Agnes e contribuito a definirla. Questo approccio permette allo spettatore di conoscere Agnes prima del trauma, di assistere alla sua lenta e dolorosa guarigione e di apprezzare la sua straordinaria forza e determinazione nel ricostruire la propria esistenza, mattone dopo mattone. La scelta di iniziare la storia con Agnes già in una fase di recupero, seppur iniziale, trasmette un messaggio di speranza e resilienza, suggerendo con delicatezza che la guarigione è possibile, anche se il percorso si preannuncia lungo, arduo e disseminato di ostacoli apparentemente insormontabili.

Umorismo nero: un’arma a doppio taglio per affrontare l’inaffrontabile

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Uno degli aspetti più originali e distintivi di Sorry, Baby è l’utilizzo audace dell’umorismo nero come strumento per affrontare temi delicati e complessi come la violenza sessuale e il trauma psicologico. Eva Victor dimostra un’abilità sorprendente nel trovare momenti di leggerezza e risate anche nelle situazioni più drammatiche e angoscianti, creando un’esperienza cinematografica allo stesso tempo commovente, stimolante e sorprendentemente divertente. L’umorismo, in questo contesto, non è fine a sé stesso, ma diventa uno strumento catartico per esorcizzare il dolore, per affrontare l’assurdità intrinseca della vita e per trovare la forza di andare avanti, nonostante tutto. Attraverso dialoghi pungenti, situazioni paradossali e personaggi eccentrici, Victor riesce a stemperare la tensione emotiva, offrendo allo spettatore una via di fuga momentanea dalla pesantezza del tema trattato, senza però banalizzarlo o sminuirlo.

Anime in transito: un coro di personaggi secondari indimenticabili

Oltre alle protagoniste, Sorry, Babysi popola di un variegato e ricco ensemble di personaggi secondari, ognuno dei quali contribuisce in modo significativo a creare un quadro complesso e realistico della vita di Agnes. Dal vicino di casa, interpretato con una delicatezza disarmante da Lucas Hedges, che rappresenta una potenziale via di fuga dalla solitudine e un’opportunità di riscoprire l’amore, alla collega invidiosa, magistralmente interpretata da Kelly McCormack, che incarna la meschinità e la competizione del mondo accademico, ogni personaggio è ben delineato e dotato di una propria personalità distintiva. Anche i personaggi più piccoli e apparentemente insignificanti, come il proprietario del ristorante, un cameo memorabile di John Carroll Lynch, lasciano un segno indelebile nella memoria dello spettatore, offrendo momenti di gentilezza, empatia e umanità inaspettati, che illuminano la narrazione con una luce di speranza.

Uno sguardo audace: affrontare la violenza con sensibilità e intelligenza

Sorry, Baby non si sottrae alla responsabilità di affrontare il tema delicato e complesso della violenza sessuale, ma lo fa con una sensibilità e un’intelligenza rare, evitando qualsiasi forma di sensazionalismo o voyeurismo. Il film non mostra esplicitamente l’atto di violenza, ma si concentra invece sulle conseguenze psicologiche ed emotive devastanti che esso ha sulla protagonista, esplorando in profondità il senso di colpa, la vergogna paralizzante, la rabbia repressa e la difficoltà di fidarsi degli altri che spesso accompagnano il trauma. Victor solleva anche importanti questioni sul sistema giudiziario, sulle difficoltà burocratiche e sulla complessità di ottenere giustizia per le vittime di violenza sessuale, mettendo in luce le lacune e le contraddizioni di un sistema che spesso sembra più orientato a proteggere gli aggressori che a tutelare i diritti delle vittime.

Un’ode alla resilienza: ripartire dopo la tempesta

Sorry, Babyè un’opera cinematografica coraggiosa, originale e profondamente toccante, che si distingue per la sua capacità di affrontare temi difficili con sensibilità, umorismo e intelligenza. Eva Victor dimostra di essere una regista di talento, dotata di una voce unica e di uno sguardo acuto sulla realtà che la circonda. Il film si configura come un’ode alla resilienza umana, all’importanza dell’amicizia e alla forza di volontà necessaria per superare i traumi del passato e ricostruire la propria vita, mattone dopo mattone. Un’opera prima che segna l’inizio di una promettente carriera nel mondo del cinema indipendente americano.

Oltre lo schermo: riflessioni sparse

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Sorry, Babyè un film che resta impresso nella mente dello spettatore, anche dopo la fine dei titoli di coda. Un’esperienza cinematografica che suscita emozioni contrastanti, stimola la riflessione e invita a guardare il mondo con occhi nuovi.

Cosa mi è piaciuto:

  • L’interpretazione intensa e visceralmente autentica di Eva Victor.
  • La chimica palpabile e la sinergia perfetta tra Eva Victor e Naomi Ackie.
  • L’uso intelligente e mai banale dell’umorismo nero come strumento per affrontare temi complessi e dolorosi.
  • La narrazione non lineare che crea una suspense avvincente e rivela gradualmente la storia, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore.
  • I personaggi secondari ben delineati e dotati di una propria identità, che contribuiscono a creare un quadro vivido e realistico della vita di Agnes.

Cosa si sarebbe potuto fare meglio (minuzie):

  • Approfondire ulteriormente il personaggio del professore abusante, esplorandone le motivazioni e la psicologia.
  • Esplorare in modo più dettagliato e approfondito il percorso di guarigione di Agnes, mostrando le difficoltà, le ricadute e i piccoli progressi che segnano il cammino verso la rinascita.
  • Aggiungere qualche scena in più per spiegare determinati collegamenti e sfumature della trama, che potrebbero risultare oscure o ambigue per alcuni spettatori.

Verdetto finale: un diamante grezzo da non perdere

Sorry, Babyè un film che merita di essere visto e ricordato. Un’opera prima audace e originale che conferma il talento di Eva Victor e che offre uno sguardo toccante e irriverente sulla sopravvivenza post-trauma. Un film che fa ridere, piangere, riflettere e, soprattutto, emozionare. Un piccolo gioiello del cinema indipendente che brilla di luce propria, un diamante grezzo che aspetta solo di essere scoperto.

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