SPID: nessun accordo, rischio chiusura

I gestori non hanno firmato la nuova convenzione, in quanto non hanno ricevuto garanzie dal governo, tra cui il pagamento dei 40 milioni di euro promessi. Un nuovo incontro tra le parti è previsto a settembre. Se non verrà trovato un accordo c’è il rischio che lo SPID diventi a pagamento per tutti oppure che il servizio venga chiuso prima del 2026.

Il governo vuole solo la CIE

Nonostante il nome, lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) viene erogato da aziende private. Il termine “pubblico” si riferisce all’uso principale, ovvero l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione. I gestori hanno speso milioni di euro per coprire i costi di adeguamento tecnologico, manutenzione e sicurezza.

I cosiddetti identity provider attendono ancora l’erogazione del contributo statale di 40 milioni di euro promesso nel 2023. La somma è stata stanziata a marzo, ma non è stato ancora pagato nulla. All’inizio luglio, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha comunicato che verrà versato un acconto di 100.000 euro in autunno e ci saranno successivamente pagamenti bimestrali.

Il 5 agosto è avvenuto un incontro tra i gestori e il Dipartimento per la trasformazione digitale. Doveva essere firmata una nuova convenzione, in quanto quella precedente è scaduta a luglio. I provider non hanno sottoscritto nulla perché hanno chiesto maggiori garanzie, tra cui il versamento dei fondi promessi.

Il prossimo tentativo di accordo è previsto a settembre. La nuova convenzione dovrebbe essere firmata entro il mese di ottobre. Se ciò non avverrà, i gestori potrebbero offrire lo SPID a pagamento, come hanno già fatto Aruba, Infocert e Register.it. In casi estremi, i provider potrebbero anche chiudere il servizio prima del 2026, quando la CIE diventerà l’unico strumento per l’autenticazione.

Lo SPID è obbligatorio per accedere a molti siti della Pubblica Amministrazione, quindi i cittadini saranno costretti a pagare l’abbonamento (tranne che in alcuni Comuni). L’alternativa è usare la CIE (Carta di Identità Elettronica) che, fortunatamente, consente il login di livello 1 e 2 (inizialmente c’era solo il livello 3 che richiede un lettore per PC o uno smartphone con chip NFC).

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