Tim + Trump = Toxic: attivista imbratta l’Apple Store di New York

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Domenica mattina, un attivista si è presentato davanti al famoso Apple Store di vetro sulla Fifth Avenue con una bomboletta di vernice verde. In pochi minuti ha trasformato il negozio più iconico di Apple in un manifesto di protesta, scrivendo sui pannelli di cristallo messaggi contro quello che considera il tradimento ambientale di Tim Cook e delle big tech.

Manifestante scrive “Tim + Trump = Toxic” con spray su Apple Store

I messaggi scritti sui vetri erano chiari: Boycott, Tim + Trump = Toxic e Dump Trump, Apple! L’accusa è pesante. Le aziende tech che una volta si presentavano come difensori dell’ambiente ora restano in silenzio mentre Trump smantella le leggi sul clima.

Il gruppo di attivisti di Extinction Rebellion NYC ha agito in pieno giorno. Sono entrati nel negozio, srotolato uno striscione e hanno iniziato a scandire Dump Trump, Apple! All’esterno, un uomo con una bomboletta ha impiegato circa un minuto per lasciare il suo messaggio prima di essere fermato e arrestato. L’Apple Store più iconico del mondo era diventato il palcoscenico di una denuncia che va ben oltre la semplice opposizione politica.

We spray painted “Boycott” and “Tim + Trump = Toxic” on the Apple store’s iconic glass entrance on 5th Ave. Why? Because Tim Cook showed up smiling at Trump’s 2025 inauguration— but hasn’t said a word while this admin dismantles climate protections. This is climate betrayal.

Extinction Rebellion NYC (@xrnyc.bsky.social) 2025-07-06T18:45:13.152Z

Tim Cook, da ambientalista ad amico di Trump

Per gli attivisti la contraddizione è evidente. Nel 2023, Tim Cook chiamava la lotta al cambiamento climatico una delle priorità più urgenti del nostro tempo. Due anni dopo, lo stesso Cook si è presentato sorridente all’inaugurazione di Trump.

Otto anni fa, i CEO di Big Tech erano pronti a criticare Trump per aver abbandonato gli Accordi di Parigi. Ora? Silenzio totale. Si preoccupano più di proteggere la propria ricchezza che del pianeta, ha dichiarato Evan Kravitz, uno degli attivisti che ha partecipato all’azione.

Apple si trova in una posizione delicatissima, schiacciata tra le sue ambizioni ambientali e la necessità di navigare in acque politiche tempestose. L’azienda ha credenziali ambientali solide: promesse di neutralità carbonica, energia rinnovabile, materiali riciclati. Ma tutto questo vale qualcosa quando il CEO stringe la mano all’uomo che sta smantellando le leggi sul clima?

Come ha dimostrato durante la prima presidenza Trump, Cook è riuscito ad adottare un approccio “con i guanti di velluto” e a ottenere successo mentre altri CEO tech si tenevano alla larga. Questa volta, molti stanno cercando di percorrere la strada della minor resistenza con Trump, per evitare danni troppo gravi ai loro affari.

La sostenibilità non va d’accordo con la politica

La protesta arriva in un momento drammatico: mentre gli attivisti imbrattavano il flagship store, il Texas stava affrontando inondazioni record che hanno causato almeno 67 morti. E non un caso, purtroppo. È la manifestazione fisica di quella crisi climatica che Cook dice di combattere ma per cui ora tace.

Quello che è successo sulla Fifth Avenue non è solo vandalismo. Il gesto di un minuto ha generato più attenzione mediatica di mesi di petizioni e comunicati stampa. Resta una domanda aperta. Riusciranno le aziende tech a continuare a presentarsi come eco-friendly mentre appoggiano un’amministrazione che considera il cambiamento climatico una bufala? Secondo gli attivisti, quello a cui stiamo assistendo è il più grande voltafaccia ambientale della Silicon Valley.

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