L’artificial intelligence sta riscrivendo le regole in molti ambiti, complice anche una certaambivalenza. Non c’è dubbio che il suo utilizzo apporti una fortedisruptionovunque si faccia spazio, ma che il cambiamento sia virtuoso o meno dipende dall’uso che se ne fa.
Non fa eccezione a questo discorso il settore bancario e, in particolare, l’ecosistema dei pagamenti. In questo segmento, l’artificial intelligence ha un grandissimo potenziale al fine di garantire sicurezza e affidabilità e puòcontribuire a rafforzare quella fiduciache milioni di consumatorihanno accordato nel tempo ai pagamenti digitali. Al tempo stesso però, cittadini, merchant e istituzioni finanziarie sono sempre più consapevoli che l’AI sta cambiando le modalità con cui il cybercrimine opera, favorendo perfino una certa democratizzazione delknow howdegli attaccanti. Alla “specializzazione” di un tempo, si sostituisce la tendenza ad usare l’Ai per aprire nuove vie alphishing e agli scamgrazie agli strumenti di intelligenza artificiale generativa. L’obiettivo criminale non cambia, ma la sofisticatezza dei mezzi a disposizione aumenta la probabilità di andare a segno, impattando anche sulle capacità didetectiondei difensori.
Il tema può sembrare nuovo agli utenti, che hanno toccato con mano l’impatto dell’Ai nella vita quotidiana negli ultimi anni, ma non ai protagonisti del settore. Nel caso diVisa, che opera in oltre 200 Paesi e territori, con prodotti e servizi fruibili su diversi tool (dalle carte ai dispositivi mobili), l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per combattere le frodi e migliorare i pagamenti è parte di un percorso più che trentennale.
Trazione Ai dagli anni Novanta
Nel 1993, infatti, Visa è stata tra le prime reti a ricorrere all’utilizzo di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale per la gestione del rischio e delle frodi . Grazie ai suoi prodotti Ai-driven, offre ai clienti molteplici soluzioni che, come dimostra la suite Visa Protect, spaziano nei settori nodali dell’accettazione, della consulenza, dell’emissione, dell’open banking e del rischio e identità.
Le competenze tecnologiche, la dimensione della sua rete e gli investimenti (più di 10 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni) hanno consentito alla società leader dei pagamenti digitali di sviluppare una piattaforma tecnologica molto ricca che annovera centinaia di modelli di artificial intelligence volti ad alimentare una mole di prodotti che aiuti i diversi portatori di interesse, dai merchant alle istituzioni finanziarie per arrivare fino ai consumatori. L’obiettivo è prevedere e prevenire, per tutelare i clienti dai rischi connessi alle frodi che si traducono in perdite economiche ma anche in cattiva reputazione e lesione del rapporto fiduciario con i clienti.
Nuovi bisogni, nuove risposte
I prodotti evolvono per stare al passo con la sfida lanciata dagli attaccanti ma non solo: a guidare il progresso in questo ambitosono soprattutto le scelte dei consumatori, i modelli di acquisto, le decisioni effettuate in materia di pagamento. Anche perché, al crescere della propensione verso un’opzione, seguirà in parallelo un’accelerazione dell’interesse da parte dei cybercriminali. La possibilità di effettuare pagamenti immediati, da conto a conto, piace sempre più agli utenti e restituisce una forte sensazione di confidence e autonomia: tuttavia, è giusto sapere che in caso di transazioni fraudolente il recupero del denaro perso può essere difficile.