Nei panni del sardonico, misantropo e goffo robot, Skarsgård è strepitoso, un genio comico specialmente quando il suo personaggio commenta ripugnato le assurdità umane. Modello obsoleto ricondizionato infinite volte da una multinazionale spietata che schiavizza Ai autoconsapevoli, Murderbot conoscerà per la prima volta un lato inedito dell’umanità grazie al gruppetto di scienziati hippie intergalattici guidati da Mensah (Noma Dumezweni). Mensah, l’umano potenziato Gurathin (il sempre inquietante David Dastmalchian), la timorosa Bharadwaj e il trio di amanti composto da Pin Lee, Aradhi e Arada sono figli dei fiori futuristici dell’era del woke, fissati dalla semantica politicamente corretta che trascorrono più tempo a descriversi l’un l’altro i propri sentimenti e a usare appellativi “rispettosi”. Sono tanto gentili e fiduciosi verso Murderbot da rischiare di conquistare l’affetto del diffidente androide reduce da decenni di abusi.
La serie è di quel tipo di cui ci si innamora immediatamente o si molla subito. Il rischio è di non riuscire ad andare oltre alla frattura tra aspettative e stranezze, di non abituarsi alla collisione di generi: di commedie dissacrante incrociate con action fantascientifici non ce ne sono molte. Tuttavia, dalla durata di mezz’ora tipica delle sitcom alle primissime battute pronunciate da Murderbot, è immediatamente evidente l’intento dissacratorio e comico dello show. La trama è piuttosto esile, con un brusco cambio di ritmo e tono nella seconda metà, un altro elemento destabilizzante per gli spettatori più inquadrati o assuefatti a format fissi e prevedibili. Questi, assieme a qualche lettore della stimatissima autrice dei romanzi Martha Wells potenzialmente deluso da un adattamento non fedele, rischiano di non portare a termine la visione di questa serie straordinaria, piena di fantasia, acume, ironia e tenerezza. E anche corredata da un intento educativo: se un minaccioso androide killer può decidere di non sterminarci – anche se noi umani siamo pessimi – possiamo sforzarci di farlo anche noi. Per vostra informazione: ci sono altri tre libri da adattare.
