Il piano mensile più
costoso di ChatGPT di OpenAI costa 200 dollari. Ma non sono comunque abbastanza
per far guadagnare la società, ha rivelato il suo amministratore delegato Sam
Altman in una serie di post pubblicati su X (ex Twitter).
“Cose assurde:
stiamo perdendo soldi con i piani Pro di OpenAI. Le persone lo usano molto più
di quanto previsto“, ha scritto Altman.
Il piano Pro è il
terzo dei piani previsti. Gli altri due piani
sono quello gratuito, il più limitato, e il piano Plus: costa 20 dollari al
mese e garantisce l’accesso limitato ai modelli o1 e o1 mini e anche l’accesso alla modalità vocale
avanzata, oltre alla generazione di video tramite Sora.
o3 e o3-mini sono i modelli più potenti di OpenAI. Ma non sono ancora pubblici per un “rischio sicurezza”
Fra le altre cose, invece, il piano Pro offre l’accesso senza limiti
ai modelli o1 e o1 mini e anche a o1 pro, il più avanzato disponibile che risponde in modo più preciso alle richieste degli utenti.

“Ho scelto
personalmente il prezzo e pensavo che avremmo guadagnato qualcosa“, ha
aggiunto Altman in un secondo post, rispondendo a un utente che invece aveva
suggerito che OpenAI fin da subito sapesse che avrebbe perso soldi sul piano
Pro di ChatGPT.
Come controbilanciare i costi dei sistemi di generazione di testo, musica e altri contenuti come ChatGPT di OpenAI o Gemini di Google è uno dei principali temi attorno all’Intelligenza Artificiale generativa.
Al punto che Microsoft e OpenAI hanno definito il prossimo grande passaggio evolutivo – cioè l’Intelligenza Artificiale Generale (o AGI) – da un punto di vista finanziario: cioè come quel modello capace di generare 100 miliardi di dollari di profitti.
Microsoft e OpenAI hanno una definizione di Intelligenza Artificiale Generale. Che di tecnico non ha proprio niente
La nuova struttura di OpenAI
Solo pochi giorni fa, in un articolo del 27 dicembre, OpenAI ha ammesso di aver bisogno di “più capitale di quanto avessimo immaginato” per poter proseguire allo stesso ritmo degli ultimi anni.
Per questo motivo, OpenAI – nata come azienda di ricerca non a scopo di lucro – sta cambiando forma societaria, diventando invece una società a scopo di lucro. OpenAI diventerà una società definita, negli Stati Uniti, Public Benefit Corporation. Ciò richiede che la società “bilanci gli interessi degli azionisti, quelli dei portatori di interesse e del bene pubblico quando prende le decisioni“, ha spiegato OpenAI.
“Le centinaia di miliardi di dollari che le grandi aziende stanno investendo nello sviluppo dell’IA mostrano che cosa serve davvero affinché OpenAI possa continuare a inseguire la sua missione“, ha scritto la società. “Ancora una volta, dobbiamo raccogliere più capitale di quanto avessimo immaginato. Gli investitori vogliono sostenerci ma, a questa scala di capitale, hanno bisogno di capitale azionario convenzionale e meno personalizzazione strutturale“.