Italiani all’estero: rendimento big e giovani

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Big, giovani e seconde linee 

Italiani all'estero: rendimento big e giovani

©IMAGO

Il fascino del Belpaese è ancora intatto ma la carica attrattiva dei Paesi esteri si rafforza con il passare degli anni anche nel calcio. Quella che un tempo sembrava essere solo una scelta folkloristica e di fine carriera oggi assume quasi i contorni di una mini-fuga di cervelli. I grandi campionati, in primis la Premier League, accolgono sempre più professionalità formatesi in Italia, alcuni dei quali poi la rappresentano a livello internazionale. Nelle liste di convocati delle Nazionali, dalla maggiore all’U19, c’era 15 atleti tesserati per club d’Oltralpe.

Anche per questo è interessante osservarne il rendimento durante l’arco della stagione, dal punto di vista statistico e non. Di seguito gli Azzurri impiegati in Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e LaLiga. Cliccate sul link giocatore per maggiori info.

Riccardo Calafiori: un problema al ginocchio gli ha impedito di avere la continuità sperata (giocati solo il 50% dei minuti dell’Arsenal) ma Arteta ha dimostrato di avere fiducia nei mezzi, tecnici, atletici e caratteriali, del difensore, ritornato terzino sinistro come alle origini.

Cesare Casadei: l’azzurro nazionale gli scalza bene, il blu del Chelsea meno. In una squadra piena di risorse (e poco utilizzo delle mezzali) è riuscito comunque a ritagliarsi spazio in Conference League. Sempre poco per il potenziale del ragazzo.

Fabio Chiarodia: difficile vincere la concorrenza dei titolari del ‘Gladbach (Itakura e Friedrich), ma la società tedesca crede ciecamente in lui. Provato anche terzino sinistro.

Federico Chiesa: il calvario continua. Le speranze di ritrova al Liverpool sono crollate subito dopo l’esordio, vittima di un nuovo infortunio. E già si parla di un possibile rientro in Italia nella prossima finestra di mercato.

Gianluigi Donnarumma: la porta del PSG è nelle sue mani anche se ha già fatto la metà delle panchine della scorsa Ligue 1. Due clean sheet (uno importante contro il Marsiglia), una percentuale di parate in linea con le medie del campionato e solite carenze nel gioco con i piedi.

Emerson: al West Ham ha trovato la sua comfort zone, condizione che lo consolida come giocatore da rendimento medio. Sempre in campo, senza mai sconvolgere gli equilibri nel bene e nel male.

Vincenzo Grifo: al Friburgo fa la sua parte, creando pericoli nel ruolo di ala sinistra. Tre reti, cinque assist denota una costanza nel gioco d’attacco (interessanti i numeri di passaggi tentati e di azioni da tiro create).

Jorginho: lo smalto, da tempo, non è più quello dei tempi d’oro. Arteta, però, ne sfrutta ancora l’esperienza e le geometrie per far rifiatare i titolari. Quando è stato lui nella formazione tipo è sceso anche con la fascia al braccio.

Caleb Okoli: attraverso il Leicester City ha trovato la chiamata di Spalletti. Le sue caratteristiche atletiche rispondono bene al calcio inglese, offrendo qualche interessante uscita palla dal basso. Per fare il salto in una big deve crescere in letture e gestione del match.

Sandro Tonali: fondamentale il rientro dopo la squalifica, ora occorrerebbe trovare un posto fisso nell’undici titolare. Abnegazione e voglia di mordere la palla non mancano mai. Ha bisogno di tempo per “riconnettersi” con squadra e campo.

Destiny Udogie: al di là del roboante poker inflitto al City, la squadra non naviga a vele piene ma la spinta dell’ex-Udinese è vitale (sempre titolare in campionato). Buoni numeri difensivi (32 tackles, 13 intercetti), meno nella metà campo avversaria (1 assist, 20% di cross andati a buon fine).

Guglielmo Vicario: non sono mancate critiche, anche nella vittoria clamorosa all’Etihad, in cui il portiere ha giocato con una caviglia rotta per oltre un’ora. Starà via a lungo, dando modo ai detrattori di riflettere sulle accuse di scarsa padronanza nell’area degli Spurs.

Top5 leghe: azzurri nel secondo livello e giovani

Guido Della Rovere: il Bayern Monaco lo ha strappato alla Cremonese e si è presa tempo per forgiarlo. Un problema muscolare gli ha tolto minuti ma il quarto livello nazionale, lì dove ha iniziato, sembra già stargli stretto (1 gol e 4 assist in 500 minuti scarsi).

Emanuel: campione d’Europa U17, il giovane terzino sta cercando di apprendere quanto più possibile dall’esperienza al Real Madrid. In questo mese, con i senior dei Blancos, ha trovato spazio nel quarto livello spagnolo.

Cristiano Ekene Anah: difensore centrale o terzino dell’U18 del Brighton, si fa notare per reattività e spinta. Già nel giro delle selezioni azzurre.

Gianluca Frabotta: 25 minuti in campionato sono lo specchio di un giocatore ai margini della rosa, tanto da finire con l’U21 in due occasioni. In una di questa, da difensore centrale, ha trovato pure la via del gol.

Laurence Giani: un mese fa ha esordito in Premier League 2 a poco più di sedici anni. Progressi notati dal tecnico della prima squadra e dallo staff azzurro, che lo ha chiamato in U17, diventandone titolare durante le qualificazioni ai prossimi Europei di categoria. Terzino sinistro da seguire.

Wilfried Gnonto: in Championship ha trovato l’habitat ideale. I suoi spunti in velocità esaltano il gioco del Leeds e lo spirito di finalizzazione di Piroe (5 assist per l’azzurro (3° in lega), 6 reti l’olandese). Baricentro basso e accelerazione gli consentono di trovare sempre lo spazio per concludere a rete ma i progressi nel gioco collettivo (salgono i numeri nei passaggi effettuati e ricevuti) ispirano nuove promesse da mantenere.

Paolo Gozzi: centrale o terzino, il 23enne di scuola Juve conta di trovare al Troyes, in Ligue 2, le soddisfazioni sfuggitegli nel suo lungo girovagare al di fuori dell’Italia.

Samuele Inácio: l’U19 del Borussia Dortmund gli lascia la trequarti e lì è libero di inventare. Cinque gli assist in campionato, uno in Youth League, ma serve tanto lavoro sulla continuità e sull’arricchimento delle giocate.

Luca Koleosho: siamo sui livelli di Gnonto ma con più “ricamo”. Un’ala moderna, con passo e spunti sul breve (3° per dribbling vincenti), sebbene ancora poco incisiva nell’ultimo quarto di campo (basso il rapporto fra passaggi, chiave e non, e assist, così come quello di tiri/gol).

Filippo Mané: reclama spazio e ora la seconda squadra del Borussia Dortmund può dargliene meno di quanto si augurasse. Anche per questo la stampa tedesca parla di un possibile addio con ritorno in Italia, con vari club di Serie A interessati.

Vito Mannone: aspetta la sua occasione all’ombra del titolare Chevalier.

Andrea Natali: il figlio d’arte accumula nozioni e cresce sereno. Due volte titolare in Youth League.

Angelo Ogbonna: un infortunio lo tiene ai box da un mese. In precedenza aveva ben comandato la difesa del West Ham.

João Pedro: arrivato all’Hull City da svincolato a fine settembre, l’ex-Cagliari è stato subito messo al centro dell’attacco delle Tigri. Risultati così così: due reti in otto presenze, solo tre punti raccolti.

Luca Reggiani: altro azzurrino del BVB. A sedici anni è già nel gruppo dell’U19, con cui ha anche esordito in Youth League, titolare e spostato in fascia (è un difensore centrale di ruolo) contro il Bruges.

Pocho Román: è la soluzione last-minute del Cartagena. Dodici presenze, solo due volte con almeno mezz’ora a disposizione.

Jacopo Sardo: in estate ha sorpreso la sua scelta di lasciare la Lazio per trasferirsi al Saarbrücken, nel terzo livello tedesco. Idea che per il momento non paga. Presenze solo nella coppa regionale, impreziosite da due gol.

Ephraim Yeboah: scalpita in League Two alla ricerca di una trasformazione tattica, da punta ad esterno/trequartista, tutta da scoprire. Due i gol, entrambi in EFL Throphy, uno dei quali all’U21 del Man United.

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